Resveratrolo | Fa Bene alla Salute? Studi, Dosi, Opinioni
In questo articolo parliamo del Resveratrolo e dei suoi numerosi potenziali benefici per prevenire tumori, invecchiamento e malattie cardiovascolari, analizzandone Ruolo Biologico, Efficacia Clinica, Prezzo, Uso, Effetti Collaterali e Controindicazioni
Che Cos'è
Il resveratrolo è un polifenolo, un potente antiossidante naturale che abbonda nella buccia dell'uva rossa e nelle radici del caprifoglio giapponese (Polygonum cuspidatum).
Come altri polifenoli, il resveratrolo ha dimostrato potenti attività fitoterapiche e farmacologiche, che includono azioni:
- antinfiammatorie
- scavenger dei radicali liberi (antiossidanti) e inibenti sull'ossidazione del "colesterolo cattivo" (lipoproteine LDL)
- antiaggreganti piastriniche e antiaterogene
- immunomodulatrici
- sirtuino-stimolanti
- antineoplastiche (inibitrici la proliferazione cellulare)
- neuroprotettive e nefroprotettive.
In base alle suddette attività, il resveratrolo risulterebbe un fitonutriente prezioso per l'azione protettiva nei confronti di svariate malattie cardiovascolari e degenerative, potenzialmente utile persino in chiave anti-tumorale e per aumentare la longevità.
Il resveratrolo è stato e continua ad essere studiato per i spiccati effetti anti-invecchiamento e di contrasto alle principali malattie età correlate.
Tuttavia, nonostante l'enorme mole di studi eseguita, ad oggi NON è ancora chiaro quanto una specifica integrazione di questa "sostanza della giovinezza" possa apportare benefici in tal senso.
Sulla base di queste premesse, c'è chi dipinge il resveratrolo come un "elisir della giovinezza" e chi lo considera una "enorme bufala, costruita ad arte per finalità commerciali".
Per fare un po' di chiarezza, nel corso dell'articolo cercheremo di mettere in luce tutte le proprietà (e i limiti) di questa interessantissima sostanza naturale, alleata della nostra salute.
A Cosa Serve
Gli integratori di resveratrolo sono generalmente indicati in condizioni di aumentato stress ossidativo, ovvero quando l'organismo si trova esposto a un eccesso di radicali liberi e/o quando la dieta non riesce ad apportare un quantitativo sufficiente di antiossidanti.
L'integrazione di resveratrolo potrebbe pertanto risultare indicata in caso di aumentata produzione di radicali liberi, ad esempio in seguito a:
- abitudine al fumo,
- abuso di alcool,
- inquinamento,
- dieta carente di antiossidanti
- periodi di intenso stress psicofisico
- alimentazione poco equilibrata, ricca di cibi spazzatura e/o povera di vegetali freschi
- over-training sportivo (sovrallenamento)
- forte esposizione solare
- cambi di stagione e periodo invernale
- sotto consiglio medico, in caso di malattie cronico-degenerative o eccessivo uso di farmaci.
Dal momento che lo stress ossidativo è stato più volte chiamato in causa anche nelle teorie che spiegano l'invecchiamento cellulare, il resveratrolo viene genericamente promosso anche come supporto nutrizionale utile per ritardare l'invecchiamento della pelle.
Caratteristiche
Resveratrolo negli Alimenti
Il resveratrolo (trans-3, 4', 5-triidrossistilbene) è un antiossidante naturale polifenolico, appartenente alla famiglia degli stilbeni.
In natura, esiste in due forme isomeriche - cis-resveratolo e trans-resveratrolo - entrambe presenti nel materiale vegetale. In linea di massima, pare che l'isomero trans- risulti più abbondante, chimicamente più stabile e biologicamente più attivo rispetto all'isomero-cis.
In natura, il resveratrolo viene prodotto in qualità di fitoalessina, cioè come una sostanza difensiva elaborata dalla pianta in risposta a stress ambientali, nello specifico per proteggersi dagli effetti dannosi delle radiazioni ultraviolette, ma anche da patogeni come funghi e batteri.
Livelli apprezzabili di resveratrolo si riscontrano com'è noto nella buccia degli acini di uva rossa (Vitis vinifera L), nel vino (soprattutto rosso), ma anche nei frutti di bosco, nei pinoli e nelle arachidi. Particolarmente abbondante è la concentrazione di resveratrolo nella radice di caprifoglio giapponese (Polygonum cuspidatum), che ad oggi rappresenta la principale fonte di estrazione.
La maggior parte degli integratori che contengono resveratrolo, utilizzano estratti della radice di Polygonum cuspidatum; infatti, le radici di questo vegetale contengono un'elevatissima concentrazione di resveratrolo, in quantità anche 400 volte superiori rispetto a quelle dell'uva e del vino.
Apporto Dietetico
E' stato stimato come il consumo giornaliero (e moderato) di vino rosso, assieme a tutti gli alimenti ricchi di resveratrolo, possa consentire un apporto di resveratrolo comunque non superiore a pochi mg/die.
- Un bicchiere di vino rosso, ad esempio, fornirebbe in media tra i 600 e i 700 microgrammi di resveratrolo.
- Le concentrazioni di resveratrolo nei vari alimenti oscillerebbero tra:
- i 38 e i 59 nanogrammi per grammo nel lampone;
- i 13 e i 20 nanogrammi per grammo nelle prugne;
- i 168 e i 175 nanogrammi per grammo nei pomodorini rossi a grappolo;
- fino a 5 mcg/g nelle arachidi bollite;
- fino a 0,3 mcg/g nel burro di arachidi;
- fino a 0,05mcg/g nelle arachidi tostate.
Per contro, le applicazioni salutistiche del resveratrolo sono state indagate per dosaggi decine, se non centinaia o migliaia, di volte superiori.
Dal momento che le concentrazione di resveratrolo, sia nel vino rosso che negli altri alimenti è molto bassa, il potenziale effetto salutistico attribuito a questo composto è stato spesso criticato. Dubbi permangono anche su quale sia la reale biodisponibilità e sulle rapide e significative tappe di biotrasformazione del resveratrolo assunto oralmente.
Radicali Liberi e Stress Ossidativo
E' indubbio che molte delle proprietà salutistiche del resveratrolo siano legate alla sua azione antiossidante. E' quindi necessario, prima di analizzare tali proprietà, capire cosa si intende per antiossidanti e radicali liberi; soprattutto occorre prendere coscienza dell'importanza globale della dieta e di quanto sia limitato ragionare nell'ottica di un singolo alimento o - peggio ancora - di un singolo componente nutrizionale.
I radicali liberi sono "molecole aggressive" che si formano durante il normale metabolismo del corpo umano. L'incapacità di fronteggiare l'eccesso di radicali liberi è stata additata di essere causa o concausa dell'invecchiamento e di svariate malattie e processi di danno cellulare.
Sebbene l'eccesso di radicali liberi sia dannoso, queste molecole non andrebbero considerate a prescindere come un pericolo per l'organismo. I radicali liberi, ad esempio, svolgono anche una funzione importante di messaggeri intracellulari, oltre a essere parte essenziale dei sistemi di difesa immunitaria.
Più elevato è il metabolismo, più ossigeno consumiamo e maggiore è la quantità di radicali liberi prodotta. Gli sportivi, ad esempio, durante l'attività fisica producono moltissimi radicali liberi, ma non per questo l'attività fisica è sconsigliabile, anzi! Questo perché il nostro organismo, fortunatamente, possiede dei sistemi propri per difendersi dall'eccesso di radicali liberi, chiamati sistemi antiossidanti endogeni.
Ai sistemi antiossidanti endogeni, il corpo umano affianca l'importante contributo degli antiossidanti alimentari (contenuti prevalentemente in frutta e verdura fresche e di stagione).
In definitiva, occorre che vi sia un equilibrio tra la produzione di radicali liberi e la capacità di neutralizzarli da parte dell'organismo.
- Lo sportivo ben alimentato, per esempio, è perfettamente in grado di gestire lo stress ossidativo perché tramite lo sport allena e sviluppa anche i propri sistemi di difesa antiossidante; non a caso presenta tipicamente un aspetto più giovanile rispetto alla reale età cronologica.
- Viceversa, un soggetto sedentario esposto a un eccesso di stress ossidativo (ad es. perché fuma, si espone troppo al sole o segue una dieta carente di antiossidanti) presenta tipicamente una pelle più vecchia e grinzosa rispetto a quella che si aspetterebbe in base alla reale età cronologica
Per mantenere tale equilibrio, la dieta svolge un ruolo di primo piano.
Come sottolinea l'Organizzazione mondiale della sanità, per contrastare l'azione dei radicali liberi basta la quantità di antiossidanti contenuta in cinque porzioni giornaliere di frutta e verdura. Tale apporto non andrebbe sostituito con gli integratori, perché si è visto che le sostanze di sintesi assunte singolarmente non hanno gli stessi effetti benefici di quelle assai più numerose e sinergicamente benefiche contenute nei vegetali freschi.
Se è dunque limitativo ragionare in termini di proprietà salutistiche di un singolo alimento (dimenticando l'importanza cruciale della dieta nella sua interezza), immaginiamo quanto sia miope la visione di chi spera di ottenere benefici significativi integrando semplicemente un singolo compoenente dietetico, come può essere il resveratrolo o le sole vitamine antiossidanti.
Anche lo stesso resveratrolo mostra una differente azione se studiato / somministrato tal quale o in presenza, ad esempio, di altri polifenoli e/o di altre sostanze normalmente presenti nel vino rosso. Pertanto, gli studi che dimostrano le proprietà cardioprotettive del vino rosso non possono essere automaticamente traslati sul resveratrolo, in quanto stiamo parlando di due cose ben diverse, anche se apparentemente simili.
Dunque, per cercare di orientarsi nella vastissima bibliografia sull'argomento "resveratrolo" - fatta di diverse centinaia di pubblicazioni, spesso contrastanti, provenienti da ogni parte del mondo - occorre partire proprio dal concetto imprescindibile appena illustrato.
Resveratrolo e Protezione Cardiovascolare
L'azione protettiva a livello cardiovascolare del resveratrolo affonda le sue radici nel cosiddetto "paradosso francese".
Studi epidemiologici condotti negli anni '70 evidenziarono come in diverse località francesi un'alimentazione particolarmente ricca di grassi saturi si correlasse inspiegabilmente con una bassa incidenza di malattie cardiovascolari.
Per spiegare questo apparente paradosso, si ipotizzò il ruolo protettivo del consumo moderato di vino rosso, grazie all'elevato contenuto di sostanze di natura fenolica e flavonica della bevanda.
Successivamente, fu proprio il resveratrolo a essere considerato il più importante composto benefico presente nel vino rosso; chiaramente, in tal senso, il contributo del resveratrolo è comunque da considerarsi modesto, in quanto anche altri fattori - come l'alcol (del vino rosso), la dieta nel suo complesso e lo stile di vita - rappresentano elementi importanti da valutare con attenzione.
Va anche considerato che tutti i benefici - sia a livello cardiovascolare, sia in merito agli effetti anti-invecchiamento e di contrasto alle malattie età associate - sono stati osservati solo a dosi di resveratrolo molto più elevate rispetto a quelle che possono essere in gioco nel così detto “paradosso francese".
Successivamente, altri studi di carattere clinico hanno evidenziato come il consumo moderato di vino rosso possa produrre una riduzione dei fattori di rischio di aterosclerosi. Ad esempio, i consumatori moderati di vino rosso beneficerebbero di una riduzione dell'aggregazione piastrinica, di una più bassa ossidazione delle LDL (lipoproteine a bassa densità) e di un modesto incremento dei livelli plasmatici del colesterolo-HDL. Allo stato attuale delle conoscenze, rimangono comunque dubbbi anche su quale sia la reale portata di questi benefici, che nell'immaginario comune appaiono comunque sopravvalutati.
Come agisce il resveratrolo?
Sebbene molte persone non se ne rendano conto, il ruolo dei valori di colesterolo nell'insorgenza delle malattie cardiovascolari (come infarto, ictus, trombosi ecc.) equivale a quello di un piccolo tassello in un puzzle molto più articolato, che coinvolge numerosi fattori di rischio (grado di infiammazione sistemica, ossidazione delle proteine LDL, iperglicemia, glicazione proteica, iperomocisteinemia, ipertensione, fumo, stress ecc.).
In altre parole, non basta controllare il colesterolo per prevenire le malattie cardiovascolari; per un'efficace prevenzione occorre controllare molti fattori di rischio e adottare abitudini alimentari globalmente protettive.
Tornando al ruolo specifico del resveratrolo, occorre ricordare come non sia tanto l'eccesso di colesterolo LDL a risultare pericoloso, bensì la sua ossidazione. L'ossidazione delle proteine LDL rappresenta infatti un evento cruciale nei processi di formazione iniziale delle placche aterosclerotiche; favorita dall'eccesso di radicali liberi (ma anche dall'iperglicemia, dall'ipertensione e da altri fattori), l'ossidazione delle proteine LDL favorisce l'adesione delle stesse sull'endotelio vascolare, con conseguente infiltrazione di cellule immunitarie e successiva formazione di tessuto fibrotico (cicatriziale). Inoltre, le LDL ossidate favoriscono l'aggregazione delle piastrine e promuovono l'attività coagulante, con aumentato rischio di trombosi.
Nel loro insieme, le sostanze antiossidanti come il resveratrolo sarebbero in grado di instaurare una sinergia capace di ridurre drasticamente l'ossidazione delle lipoproteine LDL, ostacolando la formazione degli ateromi e il conseguente aumentato rischio di malattie cardiovascolari.
Per quanto riguarda l'azione preventiva del resveratrolo contro l'aterosclerosi e le malattie cardiovascolari, l'effetto benefico sarebbe dovuto soprattutto alla sua attività antiossidante - antiradicalica e antinfiammatoria, che riduce l'ossidazione delle LDL
Tuttavia, il resveratrolo può agire nella prevenzione delle malattie cardiovascolari a molteplici altri livelli, ad esempio come molecola in grado di:
- aumentare la sintesi e limitare la neutralizzazione di ossido nitrico (un potente agente vasodilatatore, considerato un fattore protettivo nei confronti dell'aterosclerosi e utile in chiave anti-ipertensiva) da parte della parete arteriosa;
- inibire la coagulazione, riducendo la tendenza all'aggregazione piastrinica e alla formazione di trombi;
- inibire la proliferazione e migrazione delle cellule muscolari lisce vascolari, riducendo quindi l'ispessimento delle pareti delle arterie;
- inibire l'accumulo di lipidi e l'infiltrazione dei monociti e dei linfociti a livello endoteliale, anch'essi importanti nella formazione delle placche aterosclerotiche.
Sostanza della Giovinezza
Studi preliminari hanno attribuito al resveratrolo un'impressionante efficacia nell'aumentare l'aspettativa di vita media.
Sui primi modelli sperimentali (colture di lieviti) indagati, fu dimostrata la capacità del resveratrolo di attivare alcuni "geni della longevità" (sirtuine), aumentando la vita media addirittura del 70%.
In tal senso, il resveratrolo mimerebbe gli effetti della restrizione calorica, che rappresenta attualmente l'unico metodo accertato in grado di aumentare significativamente l'aspettativa di vita.
Resveratrolo e Sirtuine
Il cosiddetto gene della longevità è presente - oltre che nei lieviti oggetto dell'esperimento - anche nell'uomo, suggerendo un potenziale (ma tutto dimostrare) effetto benefico in tal senso anche nella specie umana.
A tal proposito, l'azione del resveratrolo sull'incremento dell'aspettativa di vita sarebbe parzialmente, se non del tutto, indipendente dalla sua attività antiossidante; sarebbe invece da ricondurre alla sua particolare confermazione sterica, che gli permetterebbe di agire come una chiave in grado di attivare il suddetto gene, oppure a un'induzione indiretta dello stesso attraverso l'attivazione di AMPK.
Cosa sono le Sirtuine?
Le sirtuine mediano fenomeni quali l'invecchiamento, la regolazione della trascrizione genica, l'apoptosi e la resistenza allo stress, influendo peraltro sull'efficienza energetica e sulla vigilanza durante le situazioni a basso introito calorico.
Il resveratrolo sembra essere un attivatore della SIRT-1, che in condizioni normali viene naturalmente indotta (attivata) nei periodi di digiuno e inibita da alte concentrazioni di nicotinammide (correlate all'alimentazione)
Anche studi successivi su vermi, drosofile, pesci e topi hanno collegato il resveratrolo ad effetti sulla longevità, seppur con risultati contrastanti.
Il resveratrolo potrebbe quindi produrre preziosi effetti anti-invecchiamento, mimando quelli della restrizione calorica; anche se non sembrerebbe aumentare significativamente la longevità nei mammiferi, potrebbe comunque "invertire" alcuni effetti salienti dell'invecchiamento (osteoporosi, sarcopenia, declino cognitivo, ecc.) e migliorare la qualità di vita.
Il resveratrolo potrebbe inoltre esercitare un'azione preventiva nei confronti delle comuni cause di morte (malattie cardiovascolari, cancro), aumentando quindi indirettamente la durata della vita media con meccanismi indipendenti dalle sirtuine.
Resveratrolo e Invecchiamento Cutaneo
Chiaramente, aldilà dell'azione sirtuino-stimolante, anche la nota azione antiossidante e antinfiammatoria del resveratrolo risulterebbe utile per la prevenzione dell'invecchiamento e delle sue manifestazioni estetiche a livello cutaneo.
In particolare, il resveratrolo sarebbe in grado di contrastare l'azione lesiva dello stress ossidativo a livello cutaneo, prevenendo una serie di eventi associati all'invecchiamento e alla formazione delle rughe; tali eventi - tipicamente innescati dall'eccessiva esposizione solare, dallo stress, dal fumo e dall'inquinamento - comprendono:
- l'azione lesiva diretta delle specie reattive dell'ossigeno sulle molecole cellulari (ad es. il processo di lipoperossidazione lipidica delle membrane cellulari o danni a carico del DNA);
- l'aumentata sintesi di fattori pro-infiammatori, come citochine ed enzimi, quali le metalloproteinasi e le collagenasi, coinvolti nella degradazione e degenerazione della matrice extracellulare del derma (la conseguente disorganizzazione delle macromolecole di collagene ed elastina mina la solidità e la compattezza della cute, rendendola più lassa e soggetta a rugosità).
Per questo motivo, il resveratrolo è presente in molti integratori antiaging specifici per la pelle, come X115®+Plus, Gold Collagen e Biocollagenix.
X115®+PLUS - Il Miglior Integratore Antiage a base di ResveratroloResveratrolo e Tumori
L'oncologia è indubbiamente una delle branche della medicina alle quali il resveratrolo è stato e continua ad essere più diffusamente studiato e applicato. Al resveratrolo e ad altri stilbeni è stata infatti attribuita la capacità di bloccare il processo di cancerogenesi, sia a livello di iniziazione, che di promozione e di progressione.
Nello specifico, gli studi in vitro hanno dimostrato come il resveratrolo possa inibire a diversi livelli gli eventi cellulari associati a iniziazione, promozione ed evoluzione tumorale. Tale azione sarebbe legata alla già ricordata capacità di interagire con molti bersagli cellulari, inclusi quelli capaci di arrestare la crescita di cellule maligne inducendone l'apoptosi.
Evidenze sperimentali attribuirebbero la potenziale attività antitumorale del resveratrolo:
- all'inibizione dell'attività degli enzmi cicloossigenasi (COX) e MMP-9 (“Matrix Metalloproteinase 9”), potenzialmente utile in termini di prevenzione dei primi step di iniziazione tumorale.
- all'inibizione della comunicazione intracellulare tra gli spazi giunzionali, che rappresenta un importante meccanismo di promozione tumorale
- al già citato ruolo attivo nella modulazione dell'espressione genica. Nello specifico, il resveratrolo sarebbe in grado di causare l'apoptosi (morte) delle cellule tumorali che esprimono il gene soppressore p53. Il resveratrolo sarebbe anche in grado di sopprimere i geni indotti da NF-kB in risposta all'infiammazione e di alleviare così la progressione del cancro, come dimostrato in alcuni modelli sperimentali
- alla sua azione estrogeno-simile: strutturalmente simile all'estrogeno sintetico, dietilstilbestrolo, il resveratrolo potrebbe prevenire i tumori ormone-dipendenti, come quelli alla prostata e al seno, comportandosi da SERMs (selective estrogen receptor modulator).
Studi in vitro hanno dimostrato questa dualità d'azione del resveratrolo, che a basse concentrazioni si comporterebbe come un parziale agonista degli estrogeni (potenziandone l'azione), mentre a livelli più elevati, in presenza di 17-β estradiolo, antagonizzerebbe gli effetti proliferativi dello stesso.
La reale efficacia antitumorale del resveratrolo è largamente dibattuta, dal momento che i suoi effetti sono dimostrati quasi esclusivamente in vitro e appaiono diversi a seconda delle dosi, dei tempi del trattamento e del fenotipo cellulare studiato.
Altre Potenziali Applicazioni Terapeutiche
A livello generale, qualsiasi situazione patologica o parafisiologica che comporta un aumento dello stress ossidativo e/o dell'infiammazione, potrebbe trarre beneficio dall'integrazione di resveratrolo. In merito, esistono evidenze scientifiche (seppur preliminari) che farebbero del resveratrolo una fitoalessina utile
- contro il morbo di Alzheimer: grazie alla capacità di ridurre l'accumulo di proteina beta-amiloide nel cervello (quindi gli effetti neurodegenerativi ad esso correlati), ma anche di combattere lo stress ossidativo implicato nell'insorgenza della malattia, proteggendo le cellule neuronali, e di favorire la sopravvivenza delle stesse cellule neuronali attivando SIRT-1
- in caso di lesioni spinali: grazie alla già citata capacità neuroprotettiva e di ridurre in acuto la componente infiammatoria post-traumatica a livello spinale
- in caso di nefropatie: il resveratrolo potrebbe essere efficace nei casi di fibrosi renale, sempre grazie all'azione antinfiammatoria e di inibizione di trascrizione dell'mRNA corticale codificante per proteine quali molecole di adesione cellulare, fibronectina e ICAM-1
- per l'azione antivirale: in vitro, il resveratrolo produce interessanti effetti antivirali sull'Herpes simplex virus (HSV) 1 e 2 e sull'HSV-1-acyclovir-resistente; tale azione sarebbe da ricondurre ancora una volta ad un'azione diretta sulla trascrizione del genoma virale e sulla sintesi del DNA, interferendo sull'espressione genica di alcune proteine-chiave del metabolismo virale in più passaggi del processo di replicazione. Uno studio italiano ha dimostrato l'effetto antireplicativo del resveratrolo anche nei confronti dei virus influenzali A
- per l'azione di aumento della sensibilità insulinica in contesti di sindrome metabolica: come dimostrato in uno studio clinico su persone obese supplementate con 150mg al giorno di resveratrolo
Modo d'uso
Nonostante i numerosissimi studi pubblicati in letteratura, non è stato ancora possibile definire un dosaggio di resveratrolo univoco, in grado di rispondere alle differenti esigenze della popolazione.
I dosaggi suggeriti possono quindi spaziare da pochi mg (5-10mg) fino a 500mg di trans-resveratrolo al giorno. Chiaramente, andrebbe considerata anche l'eventuale azione additiva di altri antiossidanti presenti nell'estratto e/o nell'integratore in toto, data la frequente associazione del resveratrolo con altri antiossidanti.
Riguardo alle tempistiche di assunzione, sarebbe preferibile assumere gli integratori di resveratrolo al mattino, periodo della giornata in cui il metabolismo epatico dello stilbene sarebbe inferiore.
L'assunzione di resveratrolo può avvenire in occasione della colazione, quindi anche in associazione al cibo. Tuttavia, una dieta globalmente moderata (lieve restrizione calorica) potrebbe contribuirne ad aumentare la potenziale azione positiva per la salute umana.
Biodisponibilità
Sembra che il resveratrolo si assorba meglio, a livello dell'intestino tenue, quando è disperso in una modica quantità di alcool, che ne favorirebbe l'ingresso nell'enterocita. Tuttavia, non è tanto l'assorbimento intestinale, quanto piuttosto l'intensivo metabolismo epatico (ad opera dei citocromi P450), a limitare l'incremento - pur apprezzabile - delle concentrazioni sieriche di resveratrolo in seguito a somministrazione orale.
Avvertenze
- Tenere gli integratori di resveratrolo lontano dalla portata dei bambini al di sotto dei 3 anni di età.
- Non eccedere la dose giornaliera consigliata.
- Per donne in allattamento e bambini si raccomanda di sentire il parere del medico.
- L'integrazione di resveratrolo non sostituisce una dieta variata, equilibrata e uno stile di vita sano.
- Tenere lontano dalla portata dei bambini al di sotto dei 3 anni di età.
Controindicazioni ed Effetti Collaterali
Il Resveratrolo Fa Male?
Attualmente, non esistono controindicazioni all'uso di resveratrolo in soggetti adulti in buono stato di salute, salvo la presenza di reazioni di ipersensibilità individuale ai suoi componenti.
- L'assunzione di resveratrolo in presenza di situazioni particolari o se si sta seguendo una terapia farmacologica è consigliata sotto controllo del medico che, conoscendo approfonditamente il quadro clinico del Paziente, saprà dare i migliori consigli.
Nello specifico, sono possibili interazioni tra il resveratrolo e farmaci anticoagulanti o antiaggreganti piastrinici, e con terapie estrogeniche o anti-estrogeniche. Da considerare anche l'azione inibente del resveratrolo sui citocromi epatici, come (CYP3A4 e CYP2E1), potendo in tal caso alterare il metabolismo dei farmaci estensivamente processati dai suddetti sistemi enzimatici - Se compaiono sintomi di una reazione allergica, come rash cutanei, con nausea e vomito, contattare il medico.
- Gravidanza e Allattamento al seno: non ci sono sufficienti studi scientifici a disposizione per stabilire la sicurezza dell'assunzione di resveratrolo durante la gravidanza e l'allattamento al seno. Pertanto, le donne incinte o che allattano dovrebbero usare il prodotto con cautela e solo sotto controllo medico.
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