Infiammazione Cronica | Cause, Sintomi | Dieta e Farmaci Utili

In questo articolo parliamo dell'Infiammazione Cronica, dei suoi Sintomi, delle sue Cause e dei pericoli per la Salute. Come Controllarla? Consigli di Prevenzione e Trattamento con Dieta, Attività Fisica, Farmaci e Integratori

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Che Cos'è

L'infiammazione è un meccanismo difensivo, mediante il quale il sistema immunitario riconosce e rimuove gli stimoli dannosi ed estranei, per poi avviare il processo di guarigione.

Esistono due tipi di infiammazione: acuta e cronica.

Infiammazione acuta

Se il danno è importante, la risposta infiammatoria inizia rapidamente, diventa grave in breve tempo e i sintomi possono durare per alcuni giorni. In questi casi si parla di infiammazione acuta.

I segni e i sintomi dell'infiammazione acuta includono 1:

  • Arrossamento
  • Calore
  • Gonfiore
  • Dolore
  • Perdita di funzionalità

Infiammazione cronica

Se l'infiammazione acuta non viene risolta, può evolvere in un'infiammazione cronica.

L'infiammazione cronica viene anche definita infiammazione lenta e a lungo termine, poiché dura per periodi prolungati (da diversi mesi ad anni).

Sintomi

I segni e i sintomi dell'infiammazione cronica includono 2, 3:

  • Dolore corporeo, artralgia, mialgia (dolori muscolari e ossei)
  • Stanchezza cronica, Fatica e insonnia
  • Depressione, ansia e disturbi dell'umore
  • Costipazione, diarrea e reflusso acido
  • Aumento di peso o perdita di peso
  • Infezioni frequenti
  • Riduzione della libido e dell'assunzione di cibo
  • Sonno alterato e ritiro socio-comportamentale
  • Aumento della pressione sanguigna, insulino-resistenza e dislipidemia.

Perché Fa Male

Nel tempo, l'infiammazione cronica può avere un impatto negativo sui tessuti e sugli organi.

Sebbene l'infiammazione cronica progredisca silenziosamente, rappresenta la causa di molte malattie croniche e costituisce una grave minaccia per la salute e la longevità degli individui 2.

Negli ultimi anni, diverse ricerche hanno infatti evidenziato come l'infiammazione cronica sistemica ricopra un ruolo chiave nella maggior parte delle principali malattie croniche, tra cui 2, 4, 3:

  • Malattie cardiovascolari;
  • Sindrome metabolica;
  • Diabete;
  • Malattie autoimmuni;
  • Artrite;
  • Allergie;
  • Malattie infiammatorie intestinali (IBD);
  • Cancro;
  • Malattia polmonare ostruttiva cronica (BPCO);
  • Statosi Epatica;
  • Morbo di Alzheimer e altre malattie neurodegenerative;
  • Malattia renale cronica;
  • Osteoporosi e sarcopenia.

L'infiammazione cronica può anche compromettere la normale funzione immunitaria, portando a una maggiore suscettibilità alle infezioni e ai tumori, e una scarsa risposta ai vaccini 5, 6, 7, 8.

Cause

Diversi fattori di rischio possono favorire l'instaurarsi di una condizione infiammatoria cronica di basso livello. Questi includono 2, 3.

  • Età: l'invecchiamento è correlato a un aumento di diverse molecole infiammatorie (citochine, chemochine e proteine ​​della fase acuta), e a una maggiore espressione di geni coinvolti nell'infiammazione.
    Tutto ciò sarebbe correlato alla disfunzione mitocondriale, all'accumulo di radicali liberi e ad altri fattori legati all'età, come un aumento del grasso corporeo viscerale.
  • Obesità: il tessuto adiposo è un organo endocrino che rilascia molecole infiammatorie come il TNF-α e la IL-6.
    Alcuni rapporti mostrano che la quantità di citochine proinfiammatorie secrete è proporzionale all'indice di massa corporea e al tessuto adiposo dell'individuo 9, 10, 11, 12, 13.
  • Dieta: una dieta ricca di grassi saturi, grassi trans o zuccheri raffinati è associata a una maggiore produzione di molecole pro-infiammatorie, specialmente negli individui con diabete o in sovrappeso 14, 15, 16.
    Attenzione anche ai metodi di cottura ad alta temperatura, che generano sostanze tossiche (come l'acrilamide e gli IPA) che possono favorire un quadro infiammatorio.
  • Fumo: il fumo di sigaretta è notoriamente associato a un aumento delle molecole ad azione pro-infiammatoria e a un calo di quelle che le contrastano 17.
  • Ormoni sessuali bassi: gli ormoni sessuali come il testosterone e gli estrogeni possono sopprimere la produzione e la secrezione di diversi marcatori pro-infiammatori. Pertanto, il mantenimento dei livelli di ormoni sessuali riduce il rischio di diverse malattie infiammatorie.
  • Stress e disturbi del sonno: lo stress, sia fisico che emotivo, è associato al rilascio di citochine infiammatorie. Inoltre, gli individui con orari del sonno irregolari hanno maggiori probabilità di avere un'infiammazione cronica rispetto a chi dorme regolarmente.
  • Tossine ambientali: I metalli pesanti come l'arsenico, il piombo e il mercurio possono accumularsi nel corpo, causando danni ai tessuti e infiammazioni croniche di basso livello 18, 19. Anche i pesticidi e l'inquinamento atmosferico sono fortemente legati a condizioni infiammatorie croniche come l'asma e le allergie 20.
  • Sedentarietà. L'esercizio fisico è un potente fattore antinfiammatorio. Al contrario, uno stile di vita sedentario è associato a un aumento di molecole infiammatorie 21, 22, 23.
  • Infezioni persistenti. Se il sistema immunitario non riesce a liberarsi di un'infezione (fungina, batterica, parassitaria ecc.) durante la fase acuta, il persistere dell'infezione continuerà ad alimentare un'infiammazione cronica di basso livello 2.
    Ad esempio, l'infezione persistente delle gengive e degli altri tessuti di sostegno del dente (malattia parodontale) può portare a infiammazione cronica sistemica e a livelli elevati di PCR e fibrinogeno 24.

Diagnosi

Sfortunatamente, non esistono misure di laboratorio altamente efficaci per diagnosticare l'infiammazione cronica.

I due esami del sangue più usati includono la proteina C-reattiva (PCR) e il fibrinogeno.

Alti livelli di PCR indicano un'infiammazione in corso. Tuttavia, non si tratta di un marker specifico per l'infiammazione cronica; al contrario, risulta molto elevato soprattutto nell'infiammazione acuta derivante da un recente infortunio o malattia.

La proteina C reattiva ad alta sensibilità (Hs-PCR) viene invece usata per la previsione delle malattie cardiovascolari. In una meta-analisi di 54 studi prospettici su oltre 160.000 persone, livelli elevati di Hs-PCR sono stati associati a un aumento relativo del rischio di malattia coronarica e mortalità cardiovascolare 25.

La rilevazione di citochine pro-infiammatorie come il fattore di necrosi tumorale alfa (TNF-alfa), l'interleuchina-1 beta (IL-1beta), l'interleuchina-6 (IL-6) e l'interleuchina-8 (IL-8) rappresenta un'alternativa costosa e poco usata per monitorare l'infiammazione cronica.

Per maggiori informazioni, leggi il nostro articolo sugli esami del sangue per l'infiammazione.

Prevenzione

Di seguito sono elencate le strategie più efficaci per prevenire l'infiammazione cronica 2.

  • Aumentare l'assunzione di cibi antinfiammatori: è importante limitare il consumo di zuccheri semplici, carboidrati raffinati, cibi ad alto indice glicemico, grassi trans e oli idrogenati. Parallelamente, va incentivato il consumo di cereali integrali, cibi naturali, verdura e frutta come avocado, ciliegie, cavoli, e pesce grasso come il salmone.
  • Ridurre al minimo l'assunzione di antibiotici e FANS: l'uso a lungo termine di antibiotici, antiacidi e FANS dovrebbe essere evitato, in quanto potrebbe danneggiare il microbioma intestinale causando infiammazione delle pareti enteriche (sindrome dell'intestino permeabile) e con essa l'infiammazione cronica del corpo.
  • Praticare regolare esercizio e mantenere un peso ottimale: è ampiamente noto che il tessuto adiposo negli individui obesi o in sovrappeso induce un'infiammazione sistemica di basso grado.
    L'esercizio fisico regolare è utile non solo per controllare il peso, ma anche per ridurre il rischio di malattie cardiovascolari e rafforzare il cuore, i muscoli e le ossa.
  • Dormire più a lungo: il sonno notturno (idealmente almeno 7-8 ore) aiuta a stimolare gli ormoni della crescita umana e il testosterone nel corpo, che hanno un'azione di contrasto nei confronti dell'infiammazione.
  • Meno stress: lo stress psicologico cronico è legato a un maggior rischio di depressione, malattie cardiache e perdita della capacità del corpo di regolare la risposta infiammatoria e le normali difese. Lo yoga e la meditazione sono utili per alleviare l'infiammazione indotta dallo stress e i suoi effetti dannosi sul corpo.

Trattamento

Piccoli cambiamenti nella dieta e nello stile di vita possono essere utili per combattere l'infiammazione cronica.

Dieta e Stile di vita

L'intervento più efficace per rimuovere i fattori scatenanti l'infiammazione e ridurre la flogosi cronica è la perdita del peso corporeo in eccesso.

Per quanto riguarda la dieta, in generale si consigliano

  • Diete a basso indice glicemico: prevedono di limitare il consumo di alimenti ricchi di zuccheri aggiunti, come bibite, dolci, snack e in generale gli alimenti altamente trasformati.
    Anche i cereali raffinati (riso brillato, pasta e pane bianchi) devono essere limitati a favore di cibi integrali, frutta e verdura.
  • Ridurre l'assunzione di grassi saturi totali e trans: alcuni grassi trans sintetici e grassi saturi alimentari aggravano l'infiammazione. Al contrario, i grassi polinsaturi omega-3 contenuti nel pesce e in alcuni oli vegetali (di lino, di canapa, di perilla ecc.) sembrano essere antinfiammatori.
  • Frutta e verdura: alimenti come mirtilli, mele, cavoletti di Bruxelles, cavoli, broccoli e cavolfiori sono particolarmente ricchi di antiossidanti naturali, polifenoli e altri composti antinfiammatori.
  • Fibra: un'elevata assunzione di fibre solubili e insolubili nella dieta è associata alla riduzione dei livelli di marker infiammatori.
  • Frutta a guscio: come le mandorle o le noci; il suo consumo è associato alla riduzione del rischio di malattie cardiovascolari e diabete.

Per maggiori informazioni, consigliamo la lettura dei nostri articoli di approfondimento:

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Esercizio fisico

Negli studi clinici sull'uomo, è stato dimostrato che il dispendio energetico attraverso l'esercizio fisico riduce diverse molecole e citochine proinfiammatorie, indipendentemente dalla perdita di peso 21, 22, 23.

Farmaci

In genere l'assunzione di farmaci è riservata ai casi in cui esiste già una malattia manifesta legata all'infiammazione cronica 2.

La metformina, ad esempio, è un ipoglicemizzante orale comunemente usato nel trattamento dei pazienti diabetici di tipo II con dislipidemia e infiammazione di basso grado. L'attività antinfiammatoria della metformina è evidente da riduzioni di TNF-alfa, IL-1beta, PCR e fibrinogeno circolanti in questi pazienti.

Le statine sono ipolipidemizzanti orali, in grado di ridurre i livelli sierici di colesterolo LDL e il rischio cardiovascolare. Espletano inoltre un'azione antinfiammatoria, riducendo molteplici biomediatori circolanti e cellulari dell'infiammazione. Questo effetto pleiotropico sembra contribuire in parte alla riduzione degli eventi cardiovascolari.

I farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS) come naprossene, ibuprofene e aspirina agiscono inibendo l'enzima ciclossigenasi (COX) che contribuisce all'infiammazione. Questi farmaci sono principalmente utilizzati per alleviare il dolore causato dall'infiammazione nei pazienti con artrite. Tuttavia, l'uso a lungo termine è collegato a un aumentato rischio di diverse condizioni, tra cui ulcera peptica e malattie renali.

I corticosteroidi riducono l'infiammazione e sopprimono il sistema immunitario (un effetto utile quando i globuli bianchi iperattivi attaccano i tessuti sani). Questi farmaci vengono prescritti per diverse condizioni infiammatorie, tra cui l'artrite infiammatoria, il lupus sistemico, la sarcoidosi e l'asma.

Tuttavia, l'uso a lungo termine di corticosteroidi può portare a problemi di vista, ipertensione e osteoporosi.

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