Vitamina D nei Bambini | Rischio Carenza | Serve Integrarla?

In questo articolo parliamo dell'Importanza della Vitamina D per i Bambini. Rischi e Conseguenze della Carenza di Vitamina D, Fabbisogno e Consigli per l'Integrazione e l'Esposizione Solare

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Generalità

Man mano che i bambini crescono, è fondamentale che ricevano quantità adeguate di nutrienti che aiutano a costruire ossa forti, come calcio e vitamina D 1.

La vitamina D è una vitamina liposolubile, essenziale per mantenere il normale metabolismo del calcio. Risulta quindi necessaria per la salute delle ossa.

Una grave carenza di vitamina D nei neonati e nei bambini provoca la mancata mineralizzazione delle ossa, portando a una condizione nota come rachitismo.

Le ossa colpite da rachitismo diventano deboli, fragili e deformi.

Oltre a mantenere le ossa sane e forti, la vitamina D aiuta anche il sistema immunitario, il cuore, il cervello e altri organi a funzionare correttamente.

Conseguenze della Carenza

Nei neonati e nei bambini, una grave carenza di vitamina D provoca la mancata mineralizzazione delle ossa.

Il processo di mineralizzazione, che prevede la produzione e il deposito di cristalli di fosfato di calcio (idrossiapatite) da parte di cellule specializzate (osteoblasti), determina la durezza e la forza delle ossa.

La carenza di vitamina D colpisce gravemente le ossa in rapida crescita.

In queste condizioni, le placche epifisarie di crescita continuano a ingrandirsi e allungarsi, ma in assenza di un'adeguata mineralizzazione, gli arti portanti (braccia e gambe) si deformano, piegandosi sotto il peso del corpo.

Si parla, in questi casi, di rachitismo.

Nei neonati, il rachitismo può provocare anche una chiusura ritardata delle fontanelle (punti molli) nel cranio e la gabbia toracica può deformarsi a causa dell'azione di trazione del diaframma.

Nei casi gravi, basse concentrazioni sieriche di calcio (ipocalcemia) possono causare convulsioni.

Sebbene la fortificazione del cibo adottata in alcuni Paesi abbia ridotto la carenza di vitamina D, il rachitismo alimentare è ancora segnalato in tutto il mondo.

Ad esempio, il rachitismo e l'osteomalacia non sono rari nelle regioni del Medio Oriente e del Nord Africa, dove nonostante la forte irradiazione solare i bambini e le donne coprono la maggior parte o tutta la loro pelle quando sono all'aperto 2.

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C'è un Rischio di Carenza?

Carenza di Vitamina D nei Neonati

Il latte materno è l'alimento preferibile e più completo per il neonato, in grado di apportare tutti gli elementi nutritivi di cui ha bisogno, nelle giuste proporzioni.

Secondo le attuali raccomandazioni, il neonato dovrebbe ricevere 400 unità internazionali (UI) di vitamina D al giorno, a partire dai primi giorni di vita 3.

Il latte materno contiene circa 5-80 UI di vitamina D per litro e questo espone il neonato a potenziali carenze.

Di conseguenza, diverse fonti raccomandano l'integrazione di 400 UI al giorno di vitamina D per via orale, a tutti i bambini allattati al seno 3xx.

La supplementazione materna di vitamina D durante l'allattamento al seno può contribuire a migliorare lo stato di vitamina D del neonato allattato al seno, specialmente nelle popolazioni con un'alta prevalenza di carenza di vitamina D, come quelle con pelle scura 4.

Ad esempio, secondo uno studio del 2014, l'allattamento al seno tra gli afroamericani è associato a una maggiore incidenza di rachitismo nutrizionale, proprio perché le madri tendono già ad avere una carenza di questa vitamina 5.

Per i bambini più grandi, i rischi di carenza di vitamina D sono maggiori nei soggetti con:

  • pelle scura: i bambini con una carnagione scura sintetizzano meno vitamina D quando esposti alla luce solare (rispetto ai bambini con pelle chiara);
  • vivono lontano dall'equatore dove c'è poco sole tutto l'anno;
  • vivono in un'area con alti livelli di inquinamento atmosferico o una fitta nuvolosità;
  • si espongono poco al sole;
  • sono sovrappeso od obesi: una volta che la vitamina D viene sintetizzata nella pelle o ingerita, può essere sequestrata nelle riserve di grasso corporeo, rendendola meno biodisponibile per le persone con massa grassa corporea più elevata;
  • soffrono di sindromi da malassorbimento o malattie infiammatorie intestinali;
  • assumono poco magnesio e vitamina D con la dieta:
    • i pesci grassi come salmone, aringa e sgombro sono buone fonti di vitamina D, così come le uova e i cibi artificialmente arricchiti di questa vitamina; le persone che non consumano questi alimenti, come i vegani, hanno un rischio maggiore di sviluppare carenze di vitamina D;
    • il magnesio regola l'attività di alcuni enzimi critici coinvolti nell'attivazione della vitamina D; abbonda in alimenti come cereali integrali e in alimenti come la frutta secca, il cacao, le carni (sia rosse che bianche), le verdure a foglia larga, i latticini e i legumi. Anche l'acqua contiene magnesio.

In particolare, i bambini a cui viene imposta una dieta a base vegetale possono essere a rischio non solo di carenza di vitamina D, ma anche di calcio (importante per le ossa), ferro, zinco e vitamine B12 6.

Assunzione dietetiche raccomandate (RDA) per la vitamina D
Fase di vita Età Maschi Femmine
μg / giorno IU / giorno μg / giorno IU / giorno
Neonati (AI) 0-6 mesi 10 400 10 400
Neonati (AI) 6-12 mesi 10 400 10 400
Bambini 1-3 anni 15 600 15 600
Bambini 4-8 anni 15 600 15 600
Bambini 9-13 anni 15 600 15 600
Adolescenti 14-18 anni 15 600 15 600

Servono Integratori?

L'American Academy of Pediatrics (AAP) ritiene fermamente che tutti i bambini dovrebbero essere tenuti lontani dal sole diretto il più possibile e indossare la protezione solare mentre sono al sole, per evitare il rischio a lungo termine dell'esposizione solare, che può contribuire al cancro della pelle 7

Di conseguenza, consiglia di parlare con il pediatra della necessità di somministrare al bambino un integratore di vitamina D.

Il medico potrebbe quindi consigliare l'integrazione di 400 UI al giorno di vitamina D in gocce per i neonati allattati al seno o con alimentazione mista 3xx.

L'American Academy of Pediatrics raccomanda che tutti i bambini allattati al seno e parzialmente allattati al seno ricevano un supplemento di vitamina D per via orale di 400 UI/die 7.

Il Linus Pauling Institute raccomanda assunzioni giornaliere 8:

  • da 400 a 1.000 UI (da 10 a 25 μg) di vitamina D nei neonati;
  • da 600 a 1.000 UI (da 15 a 25 μg) di vitamina D in bambini e adolescenti.

Dato il contenuto medio di vitamina D nel latte materno, nel latte artificiale e nelle diete di bambini e adolescenti, il Linus Pauling Institute ritiene che potrebbe essere necessaria un'integrazione per soddisfare queste raccomandazioni 8.

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Rischio da Eccesso

Il livello di assunzione superiore tollerabile (UL) è il livello più alto di assunzione giornaliera di un nutriente che probabilmente non pone alcun rischio di effetti avversi sulla salute in quasi tutti gli individui (97-98%).

L'UL per la vitamina D è stato fissato a:

  • 1.000 UI/giorno (25 μg) per neonati di età compresa tra 0 e 6 mesi;
  • 1.500 UI/giorno (37,5 μg) per neonati di età compresa tra 6 e 12 mesi;
  • 2.500 UI/giorno (62,5 μg) per bambini di età compresa tra 1 e 3 anni;
  • 3.000 UI/giorno (75 μg) per bambini di età compresa tra 4 e 8 anni;
  • 4.000 UI/giorno (100 μg) per ragazzi e ragazze di età compresa tra 9 e 13 anni.

Esposizione Solare

Il beneficio più noto della luce solare è la sua capacità di indurre la sintesi di vitamina D nella pelle.

In effetti, la maggior parte dei casi di carenza di vitamina D è dovuta alla mancanza di esposizione al sole all'aperto.

Per queste ragioni, l'insufficiente esposizione solare è un problema emergente per la salute pubblica 9.

Sebbene il sole sia la migliore fonte di vitamina D, esiste un diffuso timore che la luce solare aumenti il rischio di cancro della pelle.

Questi timori sono generalmente eccessivi e quello che sarebbe opportuno evitare non è il sole, ma l'esposizione solare scottante, specialmente durante l'infanzia.

Le scottature solari nei bambini aumentano infatti il rischio di melanoma in età adulta 10.

Quello che molte persone ignorano è che un'esposizione solare adeguata e non scottante riduce il rischio di melanoma 11, 12, 13, 14, 15, 16, 17 e in generale il rischio di almeno 14 tipi di cancro 18, 19, 20.

Il terrorismo sui danni del sole sembra quindi eccesivo e per molti aspetti controproducente. Si dovrebbero temere le scottature, non il sole.

A tal proposito, occorre considerare che la pelle dei bambini è molto più sottile della pelle degli adulti e per questo è più suscettibile alle scottature. Per questo motivo, secondo le linee guida, i bambini di età inferiore a sei mesi dovrebbero rimanere sempre all'ombra e non essere esposti alla luce solare diretta.

Nei bambini più grandi valgono le regole generali, per cui d'estate è bene evitare l'esposizione solare diretta e prolungata tra le 11 e le 16.

L'applicazione di un prodotto solare adatto al proprio fototipo è raccomandata soprattutto durante i "primi soli", nelle ore centrali della giornata e in caso di esposizione solare prolungata.

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