Rodiola | Proprietà e Benefici | Studi, Uso e Sicurezza
In questo articolo parliamo della Rodiola e dei suoi Interessanti Benefici contro Stanchezza Fisica e Mentale, analizzandone Efficacia Clinica, Proprietà Adattogene, Dosi e Modo d’Uso, Prezzo, Effetti Collaterali e Controindicazioni
Che Cos'è
La rodiola (Rhodiola Rosea L.) è una piccola pianta arbustiva, caratteristica delle zone fredde e montagnose del nord Europa e del nord Asia.
La capacità di questa piccola pianta di resistere stoicamente a condizioni ambientali impervie, si riflette in benefici analoghi anche per la salute umana. La rodiola è infatti considerata una pianta medicinale adattogena.
Come tutti gli adattogeni, anche la rodiola contribuisce ad aumentare la resistenza fisica, sostenendo e promuovendo la capacità dell'organismo di resistere, adattarsi e superare situazioni stressanti, sia sul piano fisico che mentale.
A Cosa Serve?
La rodiola può essere di aiuto per promuovere il buonumore e una fisiologica sensazione di benessere nei casi di stress.
- contribuisce alla riduzione dell'affaticamento e dell'esaurimento in situazioni di stress prolungato;
- aiuta chi ne fa uso a reagire e adattarsi positivamente agli avvenimenti avversi, contrastando il sentimento di sconforto e le sensazioni di spossatezza.
Questa capacità è (parzialmente) confermata sia dalle moderne ricerche fitochimiche, sia dalla tradizione d'uso centenaria; giusto per citare qualche esempio:
- le popolazioni antiche siberiane ne hanno tramando l'uso per aumentare la resistenza fisica durante i freddi inverni asiatici, oltre che per curare malattie da raffreddamento, depressione e prevenire malori dovuti alle alte quote;
- sempre in Siberia, la radice di rodiola veniva ritenuta un potente "stimolante ormonale" e afrodisiaco, tanto da rientrare nella formulazione di diverse "pozioni d'amore".
La parte di interesse medicinale è la radice di Rodiola, che viene usata come base estrattiva per la produzione di integratori alimentari.
A Cosa Serve
La Rodiola è un integratore particolarmente indicato a uomini e donne che per motivi lavorativi, sociali, sportivi o relazionali sono molto impegnati fisicamente e mentalmente.
La sua azione adattogena, rende gli integratori di rodiola indicati:- nei momenti di lavoro o di studio più intensi e impegnativi;
- in caso di stanchezza mentale, perdita di lucidità e calo dell'attenzione;
- per combattere stanchezza e affaticamento, soprattutto durante i periodi di maggiore impegno scolastico e lavorativo, e nei cambi di stagione;
- per combattere gli attacchi di "fame" improvvisa e desiderio di cibi dolci che accompagnano tipicamente i momenti di stress;
- nei periodi di aumentato stress psicofisico, in presenza di stanchezza fisica e mentale;
- durante lo svolgimento di intensa attività fisica e sportiva;
- in caso di inappetenza e assenza di energia;
- per contrastare i momenti di affaticamento psicofisico tipici dei moderni ritmi di vita frenetici.
Trattandosi di un integratore alimentare, i risultati possono variare da persona a persona.
Tutte queste proprietà e applicazioni derivano in parte dall'esperienza empirica legata alla lunga tradizione d'uso, e in parte da conferme scientifiche ottenute nei test in vitro, su animali e sull'uomo.
A tal proposito, gli autori di una revisione 1 sull'uso della rodiola contro la stanchezza fisica e mentale, concludono che la ricerca sull'efficacia di Rhodiola rosea è contraddittoria; infatti, mentre alcune evidenze suggeriscono che la rodiola può essere utile per migliorare le prestazioni fisiche e alleviare l'affaticamento mentale, i difetti metodologici limitano la valutazione accurata dell'efficacia.
Usi Tradizionali
Da secoli, la rodiola è stata sfruttata dai sistemi di medicina tradizionale in varie parti dell'Europa, dell'Asia e della Russia.
Le applicazioni popolari ne suggeriscono l'impiego per stimolare il sistema nervoso, sostenere l'umore, migliorare le prestazioni lavorative, contrastare l'affaticamento e prevenire le malattie associate all'alta quota:
- in Mongolia, veniva prescritta contro il cancro e la tubercolosi
- In Siberia, era usanza regalare le radici di Rhodiola rosea sotto forma di bouquet alle coppie prima del matrimonio per aumentare la fertilità
- Era utilizzata dai Vichinghi per aumentare la resistenza e la forza fisica, e come rinvigorente dopo un intenso sforzo fisico
- In Tibet, le antiche popolazioni locali la assumevano per meglio adattarsi all'altitudine e al clima rigido.
- Secondo i principi fondamentali della medicina tradizionale cinese, la rodiola può aumentare il qi e dissipare la stasi del sangue, sbloccare i vasi sanguigni, alleviare il dolore, fortificare la milza, trattare le palpitazioni, alleviare tosse e mancanza di respiro, ridurre l'affaticamento e la debolezza
- Nell'ex Unione Sovietica, la rodiola sarebbe stata custodita come un "segreto di stato" fino ai primi anni '60 del secolo scorso, risultando molto usata sia dagli atleti russi che dai cosmonauti per aumentare l'energia e la capacità di resistenza allo stress prolungato.
Rodiola in Cucina
Se la radice è la parte di pianta di maggior interesse medicinale, le foglie e i germogli della rodiola - che hanno un sapore amaro - possono essere mangiati crudi o cucinati come gli spinaci e talvolta aggiunti alle insalate.
Alcune tipologie di vodka sono arricchite con un estratto di rodiola.
Caratteristiche
La rodiola è una piccola pianta appartenente alla famiglia delle Crassulaceae, spontanea nelle zone montuose nord-europee (Scandinavia, Lapponia), nord-asiatiche (Siberia) e nord-americane (Alaska).
La rodiola predilige terreni calcarei e granitici, crescendo ad alta quota (da 3.500 a 5.000 m), anche se alcune specie si possono trovare nelle praterie alpine o arbustive ad altitudini inferiori.
La rodiola deve il suo nome botanico (Rhodiola rosea) alla profumazione di rosa dei suoi fiori gialli.
Si tratta di una pianta dioica, che come tale presenta organi riproduttivi maschili (stami) e femminili (pistillo) su due piante distinte; questo significa che i gameti maschili e femminili vengono prodotti su due piante diverse, per cui esistono esemplari di rodiola maschili ed esemplari di rodiola femminili.
Principi Attivi
La parte più utilizzata della pianta è la radice o più correttamente il rizoma, che può essere chiamato anche:
- “radice artica”, considerato l'habitat freddo e roccioso in cui si sviluppa la pianta;
- “radice dorata”, visto che nelle zone di origine veniva chiamata Zolotoy Koren' che in russo significa appunto: radice d'oro.
Le sue proprietà farmacologiche sarebbero da ricondursi soprattutto alla presenza di:
- glicosidi fenilpropanoidici, in particolare
- salidroside (0,1 - 1,0%), insieme al suo aglicone, il tirosolo (0,03 - 0,2%);
- rosavine (rosina, rosarina e rosavina), la cui struttura chimica è simile a quella della siringina (eleuteroside B), uno dei principi attivi dell'eleuterococco; tali molecole sono peculiari della Rhodiola rosea e mancano in altre specie dello stesso genere;
- antiossidanti di tipo fenolico:
- acido gallico, caffeico e acido clorogenico;
- procianidine, costituite da EGCG (epigallocatechina-gallato, che rappresenta la molecola antiossidante tipica del tè verde).
Questa particolare composizione fitochimica suggerisce quindi l'elevato potenziale antiossidante della rodiola.
La rodiola contiene anche minerali, vitamine, terpenoidi, steroli e tannini.
Sebbene non sia ancora chiaro quali composti specifici di Rhodiola rosea siano costituenti attivi (con alcuni componenti di per sé inattivi, che mostrano tuttavia sinergismi nel fitocomplesso), il salidroside e il tirosolo sembrano rappresentare i principali componenti bioattivi della Rodiola.
La maggior parte degli integratori moderni di Rhodiola rosea sono quindi standardizzati e titolati in rosavine, salidroside o entrambi.
Meccanismi d'azione
Similmente ad altre droghe adattogene investigate da ricercatori russi, come l'Eleutherococcus senticosus (ginseng siberiano o eleuterocco) e il Panax ginseng (ginseng coreano), gli estratti di rodiola sembrano produrre cambiamenti favorevoli in una varietà di differenti funzioni corporee.
I meccanismi d'azione proposti per spiegare questa capacità comprendono:
- modulazione neurotrasmettitoriale a livello cerebrale, influenzando i livelli e/o l'attività di norepinefrina, serotonina, dopamina e acetilcolina in diverse aree del cervello; da tale azione (ad es. per l'aumento della serotonina, una delle attività meglio caratterizzate), risulterebbe un aumento del tono dell'umore e di attenzione, memoria, concentrazione e capacità intellettuale;
- sintesi di peptidi oppioidi (es. aumento della secrezione delle beta endorfine) e attivazione dei recettori per gli oppioidi centrali e periferici; questa risposta fisiologica permette di superare e affrontare meglio lo stress, sia sul piano fisico che su quello psichico;
- inibizione di MAO-A e MAO-B, con cui previene il degrado di importanti neurotrasmettitori, ricalcando il meccanismo d'azione di alcuni farmaci antidepressivi e ansiolitici (inibitori della monoamino ossidasi);
- riduzione del rilascio di catecolamine e della sintesi di cAMP a livello miocardico, con l'effetto di ridurre la frequenza cardiaca, prevenire i fenomeni aritmici e migliorare la resistenza del cuore allo stress;
- aumento dei livelli di ATP a livello muscolare, effetto rilevato nei ratti ma non confermato nell'uomo.
Rodiola e Salute
La Rhodiola rosea è stata intensamente studiata in Russia e Scandinavia per oltre 35 anni. Purtroppo, la maggior parte di questa letteratura non risulta per vari aspetti accessibile, quindi non viene considerata dalle attuali revisioni sistemiche occidentali.
Sulla base della lunga tradizione d'impiego, e di evidenze scientifiche preliminari, la rodiola è considerata un “adattogeno”, per le sue capacità di migliorare la risposta allo stress, il tono dell'umore e l'attenzione.
Cosa Significa Adattogeno?
Secondo la definizione data da Lazarez (1947) e Brekman (1969), una sostanza adattogena sarebbe capace di "esercitare un'azione aspecifica sui processi fisiologici, con il risultato di innalzare la resistenza fisica contro gli stress ambientali e l'efficienza generale in situazioni di carico, in modo da poter meglio adattare l'organismo a condizioni di carico straordinario e prevenire l'insorgenza di malattie”, risultando al contempo priva di tossicità.
Rispetto ad altri integratori, sia adattogeni che non, esistono diversi studi clinici che sembrano confermare le diverse potenzialità salutistiche della rodiola, soprattutto nel:
- sostenere l'umore e la percezione soggettiva di benessere, con potenziali effetti antidepressivi;
- aumentare la resistenza alla fatica;
- stimolare l'attività mentale, migliorando la concentrazione, la lucidità e il potenziale mnemonico;
- in diversi studi scientifici, i soggetti hanno riportato anche un miglioramento della qualità del sonno e una diminuzione del bisogno di dormire.
Vediamo un paio di esempi:
- Un recente studio randomizzato 2 ha valutato l'effetto di un estratto standardizzato di rodiola, assunto per 2 settimane, sul tono dell'umore in 57 soggetti con disturbo depressivo maggiore, da lieve a moderato.
L'effetto terapeutico e gli effetti collaterali sono stati paragonati dividendo i soggetti in 3 gruppi, di cui il primo ha assunto l'estratto di rodiola, il secondo il farmaco antidepressivo sertarlina, e il terzo placebo.
I risultati hanno mostrato che la rodiola ha un effetto antidepressivo significativamente maggiore del placebo, ma minore rispetto alla sertralina; tuttavia, rispetto a quest'ultima, la rodiola risultava significativamente meglio tollerata e causava meno effetti indesiderati.
Pertanto, rispetto alla sertralina, la rodiola potrebbe possedere un maggior rapporto rischio/beneficio per i soggetti con depressione lieve/moderata. - Uno studio pilota RCT 3 in doppio cieco ha esaminato l'effetto di una ripetuta bassa dose di R. rosea sul benessere mentale e fisico di studenti stranieri durante il periodo di esame. I soggetti sono stati randomizzati in 2 gruppi per ricevere 100 mg di R. rosea una volta al giorno o placebo per 20 giorni.
Miglioramenti significativi sono stati osservati nella coordinazione oculo manuale, nell'affaticamento mentale e nel benessere generale percepito a favore di R. rosea.
Nel complesso, la maggior parte degli studi 2, 3, 4, 5, 6, ha quindi evidenziato effetti benefici della rodiola nel ridurre la fatica mentale, migliorare le prestazioni intellettive e motorie, migliorare la qualità del sonno e ridurre il bisogno di dormire, migliorando insonnia, ansia e depressione moderata.
Inoltre i salidrosidi e i numerosi polifenoli contenuti nella Rhodiola rosea hanno un effetto protettivo contro lo stress ossidativo e costituiscono un potenziale agente terapeutico per il trattamento o la prevenzione di malattie neurodegenerative.
Tuttavia, sebbene risultino promettenti, questi studi richiedono una conferma clinica su di un numero maggiore di soggetti. Per tale motivo, tali ricerche sono considerate nel complesso inconclusive, perché considerate globalmente di scarsa solidità scientifica.
L'attuale indagine farmacologica rivela che la Rhodiola ha un potenziale anche nel:
- Miglioramento della funzionalità cardiovascolare
- Controllo del peso corporeo
- In malattie come il morbo di Alzheimer (AD), il morbo di Parkinson (PD), le malattie cerebrovascolari, il diabete e le malattie cardiovascolari (CVD).
Rimane tuttavia da chiarire se tale potenziale si possa tradurre o meno in una reale azione preventiva e/o terapeutica nell'uomo.
Funziona?
Gli autori di una revisione 1 sull'uso della rodiola contro la stanchezza fisica e mentale, concludono che la ricerca sull'efficacia di Rhodiola rosea è contraddittoria; infatti, mentre alcune evidenze suggeriscono che la rodiola può essere utile per migliorare le prestazioni fisiche e alleviare l'affaticamento mentale, i difetti metodologici limitano la valutazione accurata dell'efficacia.
A causa di dati divergenti, la Food and Drug Administration (FDA) ha rilasciato diversi avvertimenti ai produttori di integratori alimentari contenenti rodiola rosea per aver presentato affermazioni false sulla sicurezza e l'efficacia del prodotto.
Un rapporto dell'Agenzia europea per i medicinali sulla letteratura riguardante l'estratto secco di R. rosea ha dichiarato che:
- l'uso tradizionale come un adattogeno "per il sollievo temporaneo dei sintomi dello stress come stanchezza e sensazione di debolezza" è appropriato per i medicinali a base di erbe tradizionali.
- L'uso di lunga data e l'esito delle sperimentazioni cliniche supportano la plausibilità dell'uso della rodiola rosea nell'indicazione proposta.
Tuttavia le prove cliniche pubblicate mostrano notevoli carenze nella loro qualità; pertanto "l'uso ben consolidato" della rodiola come adattogeno non può essere accettato sulla base delle evidenze scientifiche, ma solo sulla base del suo utilizzo tradizionale di lungo termine. - Le sperimentazioni cliniche e l'uso tradizionale non forniscono motivi per sostenere problemi di sicurezza particolari. Non sono stati segnalati eventi avversi gravi e l'inibizione osservata in vitro di CYP3A4 e P-glicoproteina non è stata confermata in vivo. Inoltre, non vengono pubblicati rapporti sui casi relativi alle interazioni farmacologiche.
A causa della durata limitata dell'uso di 2 settimane, i dati in vitro sembrano di minore rilevanza clinica.
Pertanto, il rapporto rischio-benefici complessivo è positivo.
Rodiola e sport
Esistono prove limitate sulla capacità degli integratori di rodiola di migliorare i i parametri dell'esercizio fisico, con diversi studi che non hanno rilevato alcun effetto ergogenico acuto su atleti ben addestrati.
- Walpurgis et al.10, analizzando diversi estratti di radice o rizoma di rodiola, hanno trovato quantità significative degli steroidi endogeni: 4-androstene-3,17-dione e deidroepiandrosterone (DHEA), e dello steroide pseudoendogeno 1,4-androstadiene-3,17 dione.
Poiché in letteratura non sembrano esserci segnalazioni che documentino la presenza di steroidi androgeni anabolizzanti negli estratti di rodiola, non è chiaro se la loro presenza fosse naturale o frutto di un'adulterazione volontaria o di una contaminazione crociata. - Lo studio di DeBock et al.11 ha rilevato che il consumo di un estratto di rodiola (200 mg/die, contenente il 3% di rosavina + 1% di salidroside) ha migliorato del 3% il tempo di esaurimento su un cicloergometro, ma non ha prodotto alcun effetto significativo dopo 4 settimane di integrazione e nessun effetto sulla forza massima o sul tempo di reazione.
- Parisi et al.12 hanno riscontrato che 4 settimane di integrazione con rodiola rosea possono ridurre i livelli di lattato e i biomarcatori di danni muscolari in risposta all'esercizio aerobico in atleti allenati.
- Inoltre, Noreem et al 13 hanno appurato che l'assunzione acuta di un estratto di rodiola in dosi di 3mg per kg ha ridotto l'aumento della frequenza cardiaca e la percezione dello sforzo durante un esercizio di resistenza fisica ad alta intensità in donne che si allenavano in modo ricreativo.
- La combinazione di rodiola rosea con estratti di Cordyceps sinensisnon ha mostrato alcun effetto ergogenico, sul consumo massimo di ossigeno, sulla saturazione muscolare di ossigeno e sul tempo di esaurimento durante un esercizio massimale al cicloergometro 14.
- Allo stesso modo, Earnest et al.15 non hanno rilevato alcun effetto sulla performance, sull'assorbimento di ossigeno e sulle prestazioni muscolari durante un test incrementale al ciclo ergometro eseguito dopo 14 giorni di integrazione con rodiola (300 mg) o con cordyceps (800 mg).
- Secondo Ahmed et al. 16, l'ingestione di rodiola rosea non ha migliorato la risposta del sistema immunitario degli atleti maratoneti ai batteri, ma ha contribuito a migliorare la risposta antivirale post-maratona agli agenti virali.
Al momento non ci sono quindi sufficienti prove o meccanismi per attribuire alla rodiola un effetto sicuramente positivo nel migliorare la performance fisica, quindi sono necessari ulteriori approfondimenti scientifici per confermare o smentire le presunte attività ergogeniche della pianta.
Modo d'uso
Gli integratori di rodiola possono essere titolati in salidroside e/o rosavina o più raramente in polifenoli. Il titolo dell'estratto dovrebbe tuttavia essere fornito in rosavina (minimo al 3%) e non in salidroside, in quanto quest'ultima sostanza non è specifica di Rhodiola rosea.
Negli studi clinici, la supplementazione di rhodiola rosea tende a riferirsi all'estratto SHR-5* o ad un estratto equivalente che conferisca sia il 3% di rosavine che l'1% di salidroside.
Caratteristiche dell'estratto SHR-5: DER (rapporto tra la quantità di droga utilizzata e quella di estratto ottenuto) di 2,5-5:1; primo solvente di estrazione etanolo al 50%, secondo solvente acqua.
Le dosi normalmente suggerite vanno da 200 a 500mg al giorno.
Poiché in alcuni studi è stato dimostrato che la rhodiola ha una risposta a campana, si raccomanda di non eccedere il dosaggio massimo consigliato, poiché dosi eccessive potrebbero risultare controproducenti e associarsi a una diminuzione degli effetti.
Soggetti particolarmente sensibili dovrebbero evitarne l'utilizzo alla sera, poiché potrebbe dare problemi di insonnia.
Avvertenze
- Non superare la dose consigliata.
- Tenere fuori dalla portata dei bambini al di sotto dei 3 anni.
- Gli integratori non vanno intesi come sostituto di una dieta variata, equilibrata e di un sano stile di vita.
- L'assunzione di rodiola in presenza di situazioni particolari o se si sta seguendo una terapia farmacologica è consigliata sotto controllo del medico che, conoscendo approfonditamente il quadro clinico del Paziente, saprà dare i migliori consigli.
Controindicazioni
- La sicurezza d'uso della rodiola in gravidanza non è stata stabilita. In assenza di dati, a scopo cautelativo, l'utilizzo di rodiola è sconsigliato in gravidanza e allattamento
- Possono manifestarsi effetti additivi nel caso in cui la rodiola venga somministrata in concomitanza ad altri rimedi adattogeni e/o stimolanti, o farmaci che aumentano i livelli di serotonina (farmaci serotoninergici - SSRI).
- Visti i potenziali effetti antidepressivi esercitati dalla pianta, se ne sconsiglia l'utilizzo nei pazienti affetti da disturbo bipolare che vanno incontro allo sviluppo di episodi maniacali in seguito all'assunzione di farmaci antidepressivi o di rimedi stimolanti.
Effetti Collaterali
- Sembrano esserci pochi effetti collaterali associati alla supplementazione di R. rosea; essenzialmente, esiste un piccolo rischio che l'integrazione provochi irritabilità e insonnia
- Negli studi sull'uomo che hanno studiato la supplementazione di Rodiola, non si sono registrati effetti collaterali clinicamente rilevanti associati al trattamento.
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