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-->L'insulina è un ormone proteico, fondamentale per l'equilibrio dei livelli di glucosio nel sangue.
Il glucosio è un tipo di zucchero presente in molti alimenti e rappresenta la principale fonte di energia per l'organismo.
L'insulina viene secreta dal pancreas, una ghiandola situata dietro lo stomaco. Il suo nome deriva dal latino “insula”, in quanto viene prodotta da gruppi di cellule specializzate chiamate isole di Langerhans.
L'insulina è un ormone ipoglicemizzante. Significa che con la sua azione è in grado di abbassare la concentrazione di glucosio nel sangue (chiamata appunto glicemia).
Con la sua azione, l'insulina favorisce il passaggio del glucosio dal sangue alle cellule; ne facilita inoltre il consumo cellulare e l'immagazzinamento, producendo nel complesso un'azione anabolica (sposta le funzioni cellulari verso la crescita e la costruzione).
Per espletare la sua azione anabolica, l'insulina si lega a specifici recettori presenti sulla membrana esterna delle cellule.
Quando l'insulina scarseggia e/o le cellule diventano poco sensibili alla sua azione, la glicemia sale troppo e compare una malattia molto pericolosa nota come diabete.
Una glicemia particolarmente alta può avere effetti tossici, causando gravi danni e risultando potenzialmente letale se non trattata.
* La secrezione insulinica è regolata primariamente dalle variazioni di concentrazione di glucosio nel sangue, ma può essere stimolata anche
Il pancreas contiene mediamente 10 mg di insulina e ne rilascia solamente 1-2 mg al giorno.
Inoltre, dopo essere stata liberata, l'insulina viene metabolizzata molto rapidamente, con un'emivita nel sangue di soli 3-4 minuti.
In compenso, le cellule sono molto sensibili alla sua azione, grazie a una rete recettoriale piuttosto ampia.
L'insulina è primariamente necessaria per il controllo del metabolismo del glucosio, ma più in generale regola la quantità di nutrienti che circolano nel flusso sanguigno.
Sebbene l'insulina sia principalmente implicata nella gestione della glicemia, influenza anche il metabolismo dei grassi e delle proteine. Facilita infatti la captazione, l'utilizzazione e l'immagazzinamento di glucosio, lipidi e aminoacidi. Nel complesso ha una spiccata funzione anabolica.
In breve, l'insulina aumenta o favorisce:
Tutti i tessuti, direttamente o indirettamente, sono influenzati dall'insulina, ma i suoi effetti principali si espletano a livello di muscolo scheletrico, fegato e tessuto adiposo.
L'azione biologica dell'insulina sui tessuti bersaglio è mediata dalla sua interazione con specifici recettori di membrana.
Il legame dell'insulina al suo recettore attiva una serie di reazioni, tra cui l'ingresso facilitato del glucosio nel citoplasma della cellula.
L'insulina, in particolare, attiva la migrazione dei trasportatori del glucosio (GLUT4 e altri) dal citoplasma alla superficie cellulare (membrana plasmatica).
In questo modo, il glucosio può entrare nelle cellule per diffusione facilitata ed essere opportunamente metabolizzato.
L'insulina consente alle cellule di assorbire il glucosio dal sangue per produrre energia o immagazzinarla, a seconda delle esigenze del momento.
L'insulina è anche il principale ormone ingrassante (favorisce l'accumulo di grasso nel corpo). Indica infatti alle cellule adipose di immagazzinare acidi grassi e impedisce la scomposizione dei trigliceridi in esse immagazzinati.
Dunque, rapidi aumenti della glicemia (con conseguente iperglicemia) sono potenti segnali che portano le cellule β del pancreas ad aumentare la secrezione di insulina.
A sua volta, l'eccessivo aumento di insulina nel sangue (iperinsulinemia) può:
Le ricerche suggeriscono che mangiare cibi con un alto indice e carico glicemico (ricchi di carboidrati e poveri di fibre) può portare a:
Molti studi hanno dimostrato che il consumo di una dieta a basso contenuto di carboidrati può aiutare a prevenire picchi di zucchero nel sangue 9, 10, 11, 12.
Le diete a basso contenuto di carboidrati hanno anche l'ulteriore vantaggio di favorire la perdita di peso, che a sua volta migliora la sensibilità all'insulina e favorisce il mantenimento dell'euglicemia 13, 14, 15, 16.
Andrebbero limitati in modo particolare i carboidrati ad alto indice glicemico.
Gli zuccheri aggiunti sono i carboidrati peggiori in assoluto, in quanto il loro consumo eccessivo è collegato a tutti i tipi di malattie croniche, come obesità, diabete, patologie cardiache e aumento del rischio di cancro 17, 18, 19, 20.
Inoltre, è fondamentale rendersi conto che anche i cibi raffinati ricchi di carboidrati complessi (sostanzialmente pane bianco, pasta e simili) hanno un impatto sui valori di glicemia e insulina paragonabile a quello degli zuccheri semplici.
Va un po' meglio con i cereali integrali, che vanno comunque consumati con una sensata moderazione.
Come regola generale è importante:
* Si consideri che in etichetta gli zuccheri semplici aggiunti non comprendono solo lo zucchero (saccarosio), ma anche il fruttosio, il destrosio, il maltosio, lo zucchero d'uva, lo sciroppo di mais e altri sciroppi come quello di glucosio-fruttosio. Anche le maltodestrine possono essere assimilate a uno zucchero semplice, in virtù di un indice glicemico molto alto (pari o addirittura superiore a quello dello zucchero).
La resistenza all'insulina è nota per essere l'anticamera del diabete, una spia gialla, ancora reversibile, che in assenza di interventi adeguati evolverà nel diabete manifesto.
La resistenza all'insulina è anche fortemente associata alle malattie cardiache, che rappresentano la principale causa di morte in tutto il mondo 21.
Questa condizione sembra interessare circa un terzo della popolazione, almeno negli USA 1; una percentuale che salirebbe al 44% nelle donne con obesità e ad oltre l'80% in alcuni gruppi di pazienti.
L'insulino resistenza non risparmia nemmeno i più giovani; si stima infatti che circa 1/3 dei bambini e degli adolescenti con obesità presenti anche insulino-resistenza 22, 23, 24.
In simili condizioni, il pancreas compensa la situazione producendo maggiori quantità di insulina per abbassare i livelli di glucosio nel sangue. Ciò porta ad alti livelli di insulina nel sangue (iperinsulinemia).
Nel corso del tempo, le cellule possono diventare sempre più resistenti all'insulina, causando un aumento dei livelli di insulina e di glicemia.
Alla fine, il pancreas potrebbe danneggiarsi, portando a una riduzione della produzione di insulina. A questo punto i livelli di glucosio salgono ulteriormente e compare il diabete mellito di tipo 2.
La principale causa di resistenza all'insulina è il sovrappeso, specialmente l'eccessivo accumulo adiposo a livello viscerale.
Fattori come eccesso di cibo, aumento di peso e obesità sono tutti fortemente associati alla resistenza all'insulina 25, 26, 27, 28.
Anche una dieta ricca di zuccheri aggiunti, in particolare di fruttosio aggiunto (bibite zuccherate, succhi di frutta industriali) favorisce la resistenza all'insulina, come del resto la sedentarietà e l'aumentato stress ossidativo.Il trattamento della resistenza all'insulina è perlopiù comportamentale e basato sulle classiche regole per uno stile di vita sano: praticare attività fisica, ridurre il peso in eccesso, smettere di fumare, ridurre l'assunzione di zuccheri nella dieta, limitare i carboidrati raffinati preferendo i cereali integrali, evitare le abbuffate, moderare gli apporti calorici complessivi, ridurre lo stress, dormire adeguatamente.
Il diabete si verifica quando il corpo non usa correttamente l'insulina o non ne produce abbastanza.
Esistono due tipi principali di diabete: tipo 1 e tipo 2.
Il diabete di tipo 1 richiede la terapia sostitutiva con insulina sintetica, mentre nel diabete di tipo 2 si interviene solitamente con farmaci per via orale.
Il diabete di tipo 2 agli esordi potrebbe regredire attraverso un'attentissima e rigorosa correzione dello stile di vita; tuttavia, nella maggior parte dei casi la condizione si considera irreversibile.
In un piccolo studio del 2011 29, 11 persone con diabete di tipo 2 hanno ridotto drasticamente il loro apporto calorico per 8 settimane, invertendo il corso della loro condizione. I ricercatori fanno comunque notare che si tratta di un piccolo campione e che i partecipanti erano diabetici solo da pochi anni.
Altre ricerche hanno dimostrato che la chirurgia bariatrica (riduzione del volume dello stomaco, finalizzato alla perdita di peso) può invertire il diabete di tipo 2 29.
Tuttavia, ci sono modi meno drastici per perdere peso e ridurre i sintomi del diabete. Per approfondire, leggi: Come abbassare le Glicemia »