Rabarbaro | Proprietà, Usi, Benefici | Effetti Collaterali

In questo articolo analizziamo le Proprietà e i Benefici del Rabarbaro, valutandone gli usi tradizionali e l'Efficacia come Lassativo nel Trattamento della Stitichezza. Con Dosi, Modo d'Uso corretto, Possibili Effetti Collaterali e Controindicazioni

In questo articolo analizziamo le Proprietà e i Benefici del Rabarbaro, valutandone gli usi tradizionali e l'Efficacia come Lassativo nel Trattamento della Stitichezza. Con Dosi, Modo d'Uso corretto, Possibili Effetti Collaterali e Controindicazioni
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Che Cos'è

Rabarbaro è un termine generico riferito a varie piante appartenenti al genere Rheum (famiglia Polygonaceae).

Alcune specie (come Rheum × hybridum) sono coltivate a fini alimentari; altre specie, in particolare il rabarbaro cinese (Rheum palmatum), sono maggiormente sfruttate a scopo medicinale.

Diverse, a seconda delle finalità, sono anche le parti di pianta impiegate:

  • a scopo medicinale si sfruttano i rizomi (radici tuberizzate),
  • a scopo alimentare si usano i gambi carnosi (le cosiddette coste o più correttamente piccioli fogliari).

Le foglie del rabarbaro, a causa dell'alto contenuto in acido ossalico, non dovrebbero essere mangiate (sono velenose se consumate in grande quantità), ma vengono usate come foraggio.

A Cosa Serve

Rabarbaro in Cucina

A scopo alimentare si utilizzano i grossi piccioli fogliari (detti coste), che risultano grossi, teneri e ripieni di succo acidulo.

Le coste del rabarbaro si prestano a diversi impieghi. Possono ad esempio essere consumate lessate (spesso con aggiunta di zucchero per ammorbidirle), come ortaggio, ma anche usate come ingrediente di ricette più complesse come torte salate, torte di fragole e crostate.

Nei Paesi anglosassoni il rabarbaro viene anche trasformato in vari modi; ad esempio, viene essiccato e infuso nel succo di frutta, in particolar modo in quello di fragola, oppure accostato alla panna montata o alla crema pasticcera.

Con il rabarbaro si possono anche preparare gelatine e marmellate, spesso in abbinamento ad altri frutti (mele, fragole, albicocche ecc.).

In passato, in alcuni Paesi del nord Europa era abitudine - soprattutto da parte dei bambini - consumare il gambo di rabarbaro candito; viene ancora mangiato in questo modo nella Finlandia occidentale, Norvegia, Canada, Islanda, Lituania, Isole Faroe e Svezia, e anche in alcune altre parti del mondo.

Altri usi in campo alimentare sono quelli relativi alla preparazione di aperitivi o di amari.

Lo ritroviamo ad esempio nel farmaco da banco Amaro Medicinale Giuliani, indicato per stimolare la digestione e l'appetito, e impiegato anche come blando lassativo in caso di difficoltà digestive, mancanza di appetito e stitichezza occasionale.

Rabarbaro in Erboristeria

Nella medicina popolare, il rabarbaro viene usato essenzialmente per le proprietà:

  • eupeptiche (digestive);
  • lassative (accelera il transito intestinale);
  • coleretiche (aumenta la secrezione biliare);
  • febbrifughe (abbassa la febbre);
  • depurative (aiuta l'allontanamento delle tossine dall'organismo stimolando la funzionalità epatica e intestinale);
  • emostatiche (favorisce l'arresto delle emorragie).

Viene quindi sfruttato in erboristeria soprattutto nel trattamento:

  • della stitichezza,
  • delle difficoltà digestive
  • dell'ulcera peptica sanguinante.

La monografia dell'EMA (European Medicine Agency)1 segnala gli utilizzi tradizionali del rabarbaro nel trattamento a breve termine della stitichezza occasionale. Anche la commissione E tedesca e le monografie ESCOP e WHO avvallano questo utilizzo tradizionale del rabarbaro 2.

Per uso esterno, le proprietà astringenti del rabarbaro lo rendono indicato per trattare piccole ferite e ustioni.

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Droga e Principi Attivi

La parte della pianta utilizzata in fitoterapia è data dal rizoma (radice tuberosa).

I principi attivi caratterizzanti sono: derivati idrossiantracenici (antrachinoni, tra cui reina, emodina, crisofanolo), sennosidi, tannini, isolindleina, lindelina ecc.

Studi, Proprietà e Benefici

Le proprietà e le indicazioni terapeutiche illustrate nel capitolo precedente si basano soprattutto sull'uso tradizionale del rabarbaro nella medicina popolare.

Finora, solo pochi studi sono stati condotti per confermare le proprietà erboristiche dei rizomi di rabarbaro.

Nel complesso, questi dati limitati non consentono di trarre conclusioni certe sull'efficacia come lassativo. Tuttavia, l'uso della radice di rabarbaro contro la stitichezza è riconosciuto e ben documentato da praticamente tutti i testi di fitoterapia, inclusi i più autorevoli 2.

Alcuni studi cinesi dimostrano l'utilità del rabarbaro anche nell'arrestare le emorragie gastrointestinali associate all'ulcera peptica 2.

Meccanismo d'Azione

Al pari di altre droghe antrachinoniche, i metaboliti originati dal metabolismo intestinale (come l'emodina 9-antrone) aumentano da un lato la peristalsi del colon, riducendo il tempo di transito intestinale; dall'altro, aumentano le concentrazioni di fluidi ed elettroliti nel lume intestinale, inibendone l'assorbimento, stimolandone la secrezione e aumentando la permeabilità delle tight junctions.

Il rabarbaro agisce producendo il suo effetto lassativo entro 8-12 ore dall'assunzione, a causa del tempo impiegato per il trasporto al colon e la metabolizzazione nei composti attivi.

Il contenuto di agenti tannici può eventualmente contrastare l'effetto lassativo degli antrachinoni, per cui il rabarbaro è considerato un lassativo più mite di altre droghe antrachinoniche.

Modo d'Uso

Grazie al contenuto di antrachinoni e di tannini, il rabarbaro può essere usato, a seconda del dosaggio:

  • come lassativo (dosaggio elevato)
  • oppure come astringente e stomachico (basso dosaggio).

A basse dosi, infatti, prevale l'azione dei tannini e dei principi amari, mentre aumentando la dose prevale l'effetto lassativo dei glicosidi antrachinonici. 

La dose giornaliera consigliata come lassativo è di 0,5-2 grammi di droga essiccata, equivalenti a 20-30 mg di derivati idrossiantracenici (calcolati come reina).

I rizomi essiccati possono anche essere ridotti in taglio tisana e preparati come infuso o macerato freddo. In tal senso si usa una quantità di droga equivalente a non più di 30mg di derivati idrossiantracenici in 150ml di acqua bollente.

La dose individuale corretta è la più piccola richiesta per produrre un'evacuazione confortevole di feci morbide.

Avvertenze

  • Non superare la dose consigliata.
  • Tenere fuori dalla portata dei bambini al di sotto dei 3 anni.
  • Gli integratori non vanno intesi come sostituti di una dieta variata, equilibrata e di un sano stile di vita
  • L'uso a lungo termine di lassativi stimolanti (come rabarbaro, aloe succo, senna ecc.) dovrebbe essere evitato, poiché può compromettere la funzionalità dell'intestino e causare una dipendenza da lassativi.
  • Nella monografia dell'EMA si consiglia di non utilizzare il rabarbaro per più di 1 settimana. Di solito, è
    sufficiente assumere questo medicinale fino a due - tre volte durante la settimana.
    Se i sintomi persistono durante l'uso del rabarbaro, è opportuno consultare un medico o un farmacista.

Il rabarbaro è indicato in caso di stitichezza non rispondente alle modificazioni dietetiche: prima di considerare l'utilizzo di un integratore contro la stipsi sarebbe infatti opportuno compiere ogni ragionevole sforzo per riequilibrare la dieta e lo stile di vita, attraverso:

  • aumento di attività fisica, anche solo la semplice camminata giornaliera;
  • incremento dell'apporto di fibre e liquidi, soprattutto in prossimità dei pasti principali.

Controindicazioni

Controindicazioni all'uso di rabarbaro come rimedio erboristico

  • L'impiego del rabarbaro è controindicato in gravidanza (poiché può causare contrazioni uterine precoci) e in allattamento
  • L'uso nei bambini di età inferiore ai 12 anni è controindicato
  • Non usare nei casi di ostruzione e stenosi intestinale, atonia intestinale, appendicite, malattie infiammatorie del colon (ad es. morbo di Crohn, colite ulcerosa), dolore addominale di origine sconosciuta, grave stato di disidratazione o squilibri elettrolitici.
  • Al pari di altri lassativi, il rabarbaro può ridurre temporaneamente l'assorbimento di altri prodotti medicinali somministrati nello stesso periodo di tempo.
  • Più in generale, l'assunzione di integratori in presenza di situazioni particolari o se si sta seguendo una terapia farmacologica è consigliata sotto controllo del medico che, conoscendo approfonditamente il quadro clinico del Paziente, saprà dare i migliori consigli.

Effetti Collaterali

  • Se assunto per un lungo periodo di tempo, gli effetti collaterali del rabarbaro includono: "ipertrofia del fegato, tiroide e stomaco, nonché nausea, dolore addominale, vomito e diarrea.
  • Il rabarbaro rimane comunque una droga largamente impiegata in fitoterapia e considerata sicura alle normali dosi terapeutiche.

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