Mangostano (in inglese “purple mangosteen”) è il nome utilizzato per indicare i frutti prodotti da alcune piante appartenenti alla Famiglia Clusiaceae e al Genere Garcinia (lo stesso dalla Garcinia cambogia). Tra queste, col termine “mangostano” si è soliti indicare prevalentemente quella “purpurea”, anche noto comeGarcinia mangostana. Tuttavia, producono frutti simili anche altre piante dello stesso Genere, come la Garcinia prainiana.
Originaria delle isole di Sunda e Molucca (Indonesia), la pianta del mangostano purpureo (da qui in poi chiamato solamente mangostano) è oggi diffusa in tutto il Sud Est Asiatico, nel Sud Ovest dell'India, a Puerto Rico e in Florida (dov'è stata introdotto dall'uomo). L'albero cresce fino a 6-25 m di altezza, a seconda dell'habitat.
I frutti di mangostano vengono raccolti soprattutto in merito al loro valore commerciale, riferito all'industria farmaceutica e degli integratori alimentari. Nota: trovano applicazione medica tradizionale anche altre parti della pianta.
Dal punto di vista alimentare, del mangostano si consuma l'arillo (endocarpo).
Color bianco latteo e suddiviso in spicchi, l'endocarpo del mangostano è rispettivamente contenuto all'interno di una buccia esterna color porpora (esocarpo fibroso non commestibile).
Prima della piena maturazione, la buccia del mangostano è fibrosa e solida (simile ad un guscio), mentre diventa più morbida e facile da rimuovere a piena maturazione. Per sbucciare il mangostano bisogna prima incidere il rivestimento con un coltello e poi, con i pollici, separare la scorza fibrosa. In alternativa, il frutto può essere aperto schiacciando il guscio con il palmo della mano facendo attenzione a non distruggere completamente l'alimento. Nota: il succo liberato dalla buccia viola può macchiare la pelle o i tessuti.
La parte commestibile del mangostano è l'endocarpo, ovvero la polpa bianca del frutto. Se analizzato per il suo contenuto nutrizionale, il mangostano non sembra avere caratteristiche degne di nota.
Nota: l'unica fonte attendibile dalla quale ricavare i valori chimici del mangostano è il “USDA Database”, che tuttavia riporta solo quelli del mangostano in scatola, conservato in sciroppo.
In quanto frutto fresco dolce, il mangostano rientra nel VI e VII gruppo fondamentale degli alimenti anche se, come vedremo, non ha tutte le caratteristiche specifiche di questi insiemi.
Ha un apporto energetico rilevante, fornito soprattutto dai carboidrati, tuttavia aumentato dalla conservazione in sciroppo. Proteine e lipidi sono marginali. La quantità di fibre è rilevante, mentre il colesterolo è ovviamente assente.
Non si apprezzano valori considerevoli di minerali e nemmeno di vitamine. La prevalenza della concentrazione di vitamina A o della C dovrebbe definire meglio la sua pertinenza nel VI o VII gruppo fondamentale; tuttavia entrambi i valori sono irrilevanti.
Fresco, verosimilmente caratterizzato da un apporto calorico zuccherino inferiore, il mangostano si presta a qualunque regime alimentare, inclusi quelli per il sovrappeso e le patologie metaboliche. Conservato in scatola, invece, dovrebbe essere limitato in porzione e frequenza di consumo sia nella dieta dell'obeso, sia in quella per il diabete mellito tipo 2 e per l'ipertrigliceridemia.
Non ha controindicazioni per l'intolleranza al lattosio, al glutine e all'istamina (anche se per quest'ultima non si hanno informazioni sufficientemente accurate). Esiste un'allergia alimentare al mangostano che tuttavia fa emergere solo sintomi di lieve entità (entro uno o due giorni: rossore, prurito ecc).
Il mangostano si presta alle diete latto ovo vegetariane, vegane e religiose di qualunque genere.
La porzione media del frutto fresco è di 150 g; di mangostano in scatola 80-100 g (60-75 kcal).
Mangostano in scatola, conservato in sciroppo | |||
Valori nutrizionali per 100 g | RDA | ||
Energia | 73,0 kcal | ||
Carboidrati totali | 17,91 g | ||
Amido | - g | ||
Zuccheri semplici | - g | ||
Fibre | 1,8 g | ||
Grassi | 0,58 g | ||
Saturi | - g | ||
Monoinsaturi | - g | ||
Polinsaturi | - g | ||
Proteine | 0,41 g | ||
Acqua | 80,94 g | ||
Vitamine | |||
Vitamina A equivalente | - μg | ||
Beta-carotene | - μg | ||
Luteina Zexantina | - μg | ||
Vitamina A | - IU | ||
Tiamina o B1 | 0,054 mg | 5% | |
Riboflavina o B2 | 0,054 mg | 5% | |
Niacina o PP o B3 | 0,286 mg | 2% | |
Acido pantotenico o B5 | 0,032 mg | 1% | |
Piridossina o B6 | 0,018 mg | 1% | |
Folati | 31,0 μg | 8% | |
Colina | - mg | ||
Acido Ascorbico o C | 2,9 mg | 3% | |
Vitamina D | - μg | ||
Alfa-tocoferolo o E | - mg | ||
Vit. K | - μg | ||
Minerali | |||
Calcio | 12,0 mg | 1% | |
Ferro | 0,3 mg | 2% | |
Magnesio | 13,0 mg | 4% | |
Manganese | 0,102 mg | 5% | |
Fosforo | 8,0 mg | 1% | |
Potassio | 48,0 mg | 1% | |
Sodio | 7,0 mg | 0% | |
Zinco | 0,21 mg | 2% | |
Fluoruro | - μg |
I principi attivi teoricamente responsabili degli effetti terapeutici del mangostano sono polisaccaridi e composti xantonici. I frutti totalmente maturi contengono xantoni, gartanina, 8-disossirannanina e normangostina.
Nella buccia si notano alte concentrazioni di xantonoidi come la mangostina e altri composti fitochimici dal potere antiossidante, antibatterico, antinfiammatorio e con potenzialità antitumorali.
Tuttavia, non ci sono sufficienti prove scientifiche a dimostrazione di questi effetti in vivo sull'essere umano e della loro sicurezza per la salute dei consumatori.
Peraltro, un derivato della mangostina (mangostin-3,6-di-O-glucoside) è un potenziale depressore del sistema nervoso centrale e provoca un aumento della pressione sanguigna.
Nella medicina tradizionale, soprattutto nel Sud Est asiatico, non si usano soltanto i frutti, ma anche diverse parti dell'albero.
Tra le applicazioni più comuni del mangostano riconosciamo il trattamento delle infezioni della pelle, delle ferite, della dissenteria, delle infezioni del tratto urinario e dei disturbi gastrointestinali.
A Singapore in varie parti dell'Asia, i frutti essiccati vengono impiegati per usi medici come la dissenteria, i disagi cutanei e altre patologie minori. Tuttavia non ci sono prove certe che il succo, la purea, la corteccia o gli estratti di mangostano siano realmente efficaci per questi scopi.
In Ghana i ramoscelli di mangostano sono stati usati come bastoncini da masticare (tipo liquirizia). In Tailandia il legno veniva usato per fabbricare lance e mobili di vario tipo. In Cina la buccia del frutto è stata utilizzata anche come abbronzante.
A causa delle restrizioni sull'importazione, il mangostano fresco non è facilmente disponibile ovunque. Sebbene disponibili in Australia, ad esempio, sono ancora rari nel Nord America. In seguito all'esportazione dalle sue regioni a crescita naturale nel Sud-est asiatico, i frutti freschi potrebbero essere disponibili stagionalmente in alcuni luoghi come ad esempio Chinatown.
Nei paesi occidentali il mangostano è invece sempre disponibile in scatola, congelato e in purea; sembra meno diffuso quello disidratato o liofilizzato.
I mangostani freschi, non sottoposti ai trattamenti per l'uccisione della mosca della frutta asiatica (Tephritidae), sono stati importati illegalmente negli Stati Uniti fino al 2007.
Inizialmente i mangostani freschi avevano prezzi quasi proibitivi; nel 2007 a New York oltrepassavano i 120 € al chilogrammo. Nonostante gli sforzi effettuati per cercare di coltivare il mangostano nell'emisfero occidentale, quasi l'intera fornitura mondiale proviene dalla Thailandia.
Il mangostano è una pianta originaria del Sud Est Asiatico. Molto apprezzato per la sua consistenza succosa e delicata, e per il sapore leggermente agrodolce, il mangostano è stato coltivato fin dai tempi più antichi in Malesia, Borneo, Giava, Sumatra e nelle Filippine. In un testo del XV secolo Yingyai Shenglan menzionò il mangostano (mang-chi-shih) come “pianta originaria del Sud Est Asiatico che produce frutti dalla polpa bianca e con un delizioso gusto agrodolce”.
Nel 1753 Linnaeus classificò per la prima volta il mangostano come specie Plantarum. La pianta fu introdotta nelle serre inglesi solo nel 1855 e in seguito nell'emisfero occidentale, in particolare in Giamaica, e per ultimo sul continente americano come Guatemala, Honduras, Panama ed Ecuador. L'albero del mangostano non cresce bene al di fuori della fascia tropicale.
In una pubblicazione del 1930 l'esploratore David Fairchild riportò una leggenda in base alla quale la regina Vittoria offrì una ricompensa di 100 sterline a chiunque le consegnasse un frutto fresco di mangostano. E' probabilmente questa l'origine del soprannome inglese del frutto: “Queen of Fruit”.
Nello scritto “Hortus Veitchii”, James Herbert Veitch affermò di aver visitato Java (nel 1892) solo per poter mangiare il mangostano. Scrisse anche che “è necessario mangiare il mangostano cresciuto entro tre o quattro gradi di latitudine dell'equatore per poter godere di tutte le proprietà di questo frutto”.
Il giornalista e gourmet RW Apple, Jr. affermò che “Nessun altro frutto è così emozionante, inebriante e delizioso... Preferisco il mangostano ad una coppa gelato”. Dal 2006 il mangostano di Porto Rico è stato commercializzato in molti negozi di specialità alimentari e ristoranti gourmet degli USA.