Curcuma domestica Val. (o Curcuma longa L.)
Zingiberaceae
La curcuma è anche conosciuta come lo "zafferano delle Indie".
La parte della curcuma impiegata a scopo medicinale è il rizoma essiccato.
Con molta probabilità, la curcuma è originaria dell'Asia meridionale, in particolare dell'India. Viene, inoltre, coltivata in Madagascar, nelle Antille e in Brasile.
La curcuma è una pianta erbacea perenne rizomatosa che può raggiungere il metro di altezza.
Le foglie spuntano dal rizoma verticale e sono oblunghe o ellittiche.
L'infiorescenza è costituita da una spiga bislunga e densa di piccoli fiori di colore giallo o bianco.
Nella moderna fitoterapia, la curcuma è utilizzata soprattutto nel trattamento dei disturbi gastrointestinali di lieve entità associati a una cattiva digestione (dispepsia) e trova impiego anche nel contrastare la perdita di appetito. Tutto ciò grazie alle sue proprietà eupeptiche (cioè che facilitano la digestione), coleretiche e colagoghe (cioè promuove la produzione e l'eliminazione della bile, favorendo così il corretto funzionamento del fegato).
La curcuma è poi dotata di proprietà antinfiammatorie (inibisce la produzione dei mediatori chimici dell'infiammazione), antiossidanti (inibisce la produzione di perossidi nel fegato) ed epatoprotettive, cioè può essere utile nel prevenire l'insorgenza di danni al fegato causati da sostanze epatotossiche (ossia tossiche per il fegato). Inoltre, la curcuma è in grado di diminuire l'accumulo di colesterolo nel fegato e vanta anche proprietà antimicrobiche e antivirali.
Grazie a queste sue proprietà che sono state conformate da diversi studi clinici, la curcuma - e in particolar modo, la curcumina in essa contenuta - è stata ed è tuttora oggetto di numerose ricerche che ne prevedono un possibile utilizzo nella prevenzione e nel trattamento di patologie, quali tumori, malattie neurodegenerative (come il morbo di Alzheimer) e infezioni virali.
Nella medicina popolare, la curcuma è impiegata internamente per combattere la sensazione di pienezza che può insorgere dopo i pasti. È anche utilizzata per il trattamento di numerosi altri disturbi, fra cui diarrea, coliche, febbre intermittente, raffreddori, bronchiti, infiammazioni renali e cistiti. Inoltre, la curcuma è utilizzata contro il mal di testa, nelle infezioni polmonari e per il trattamento dei disturbi mestruali.
Infine, la curcuma ha trovato impiego anche per il trattamento della lebbra.
Esternamente, la curcuma è utilizzata contro le contusioni, le infezioni purulente degli occhi e le infiammazioni della mucosa orale e della pelle. Inoltre, trova impiego anche nel trattamento delle ferite infette e dei morsi di sanguisughe.
NB: le applicazioni della curcuma nella medicina popolare non sono state confermate da verifiche sperimentali, condotte con metodo scientifico, o non le hanno superate. Potrebbero, pertanto, risultare inefficaci o addirittura dannose.
Quando utilizzata alle dosi consigliate, la curcuma non dovrebbe indurre effetti collaterali.
Tuttavia, in seguito ad un uso prolungato o in caso di sovradosaggio accidentale, possono manifestarsi disturbi gastrointestinali, dolore allo stomaco e ipercloridria (cioè un aumento eccessivo dell'acido cloridrico normalmente contenuto nei succhi gastrici).
Infine, è importante sottolineare che l'utilizzo della curcuma è controindicato in persone che soffrono di gravi malattie al fegato e/o con ostruzione dei dotti biliari.
A scopo precauzionale, la curcuma non deve essere utilizzata in gravidanza e durante l'allattamento.
La curcuma può interferire con l'attività di vari farmaci, fra cui:
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