Impermeabili | Guida all'Acquisto dei Migliori Impermeabili
Un impermeabile ideale dovrebbe garantire protezione assoluta dalla pioggia e massima traspirabilità; in realtà, è sempre necessario trovare un compromesso tra le due caratteristiche
Cos'è un Impermeabile?
I tessuti e i capi di abbigliamento impermeabili hanno l'obiettivo di impedire l'assorbimento e la penetrazione di acqua dall'esterno verso l'interno.
Gli impermeabili servono quindi a mantenere la pelle asciutta quando fuori piove o nevica.
Impermeabilizzazione e Traspirabilità
Un tessuto impermeabile ideale dovrebbe impedire l'assorbimento e la penetrazione di acqua dall'esterno all'interno, consentendo allo stesso tempo la trasmissione del vapore corporeo in direzione opposta (dall'interno verso l'esterno). In altre parole dovrebbe essere sì impermeabile, ma anche sufficientemente traspirante.
Se un tessuto impermeabile NON è traspirante il vapore acqueo sviluppato dall'organismo non può essere smaltito all'esterno; di conseguenza si instaurano condizioni di limitato comfort, con riduzione della performance atletica e un significativo rischio per la salute.
L'evaporazione del sudore è uno dei più importanti metodi di dispersione del calore corporeo; se questo meccanismo viene bloccato da un impermeabile non traspirante, la temperatura corporea sale in maniera rilevante e ciò rappresenta un fattore negativo sia per la salute che per la performance atletica.
Ecco perché sono così pericolose le cosiddette tute dimagranti, che alcuni "sportivi della domenica" indossano nell'errata convinzione che sudare di più li aiuti a dimagrire.
- Un tessuto traspirante è un tessuto che consente al vapore corporeo di attraversarlo, permettendo di conseguenza un controllo adeguato della temperatura corporea
Impermeabili: come sono fatti?
Spalmature
La caratteristica di impermeabilità di un tessuto è stata classicamente ottenuta con processi di spalmatura. In pratica, un rivestimento sintetico di natura polimerica viene spalmato su un supporto tessile e fatto aderire ad esso.
Il rivestimento più utilizzato è stato a lungo il PVC (cloruro di polivinile), una delle materie plastiche più conosciute e utilizzate.
Il limite più importante del PVC è proprio la carenza di traspirabilità e il limitato confort per l'utilizzatore dei capi con esso realizzati.
Migliori risultati si ottengono sostituendo il PVC con poliuretano microporoso (PU) o con neoprene, ma la vera rivoluzione è arrivata con lo sviluppo dei cosiddetti tessuti laminati.
Utilizzo di Membrane
I tessuti laminati si basano sull'utilizzo di membrane impermeabili e traspiranti di natura sintetica; uno dei materiali più utilizzati per la produzione di queste membrane è il politetrafluoroetilene microporoso (PTFE); tale materiale permette di creare pellicole molto sottili disseminate di miliardi di micropori, il cui diametro è sufficientemente piccolo da impedire la penetrazione dell'acqua e sufficientemente grande da permettere il passaggio del vapore corporeo.
Nei tessuti laminati la membrana traspirante è tipicamente inserita "a sandwich" tra due substrati tessili, uno dei quali è in contatto con la pelle (fodera) e l'altro con l'ambiente esterno.
Oltre alle membrane microporose, esistono anche membrane continue idrofiliche (tipo Sympatex o Dermizax), che pur essendo prive di micropori sono permeabili al vapore e impermeabili all'acqua. Tali caratteristiche si ottengono grazie all'utilizzo di uno scheletro idrofilico, che attraverso un processo chimico fisico favorisce il trasporto del vapore acqueo attraverso il tessuto.
Il componente idrofilico può essere anche inserito nei pori delle membrane microporose per aumentarne l'impermeabilità e favorire l'evacuazione del vapore acqueo corporeo.
Il limite maggiore delle membrane idrofiliche è la perdita della funzione traspirante in condizioni di forte umidità e di elevata temperatura esterna; il vapore, infatti, tende a migrare da ambienti ad elevata temperatura e alta umidità verso quelli più freddi e secchi.
In genere le membrane microporose sono più traspiranti delle idrofiliche ma meno durature. Inoltre quelle idrofiliche svolgono una migliore protezione dal vento.
NOTA BENE: le capacità impermeabilizzanti dei laminati dipendono in maniera importante anche dai tessuti a cui viene accoppiata la membrana e dalle modalità con cui viene realizzato il capo stesso (ad esempio utilizzo di cuciture termosaldate oppure no). In particolare, per aumentare le capacità impermeabilizzanti il tessuto esterno, può subire un trattamento idrorepellente.
Strutture ad alta densità con utilizzo di microfibre
Un'alternativa alle membrane - microporose o continue che siano - è data dall'utilizzo di microfibre ad alta densità; questo concetto, sviluppato da marchi come primaloft, sfrutta una struttura di fibre compatte capaci di formare una struttura isolante resistente all'acqua, quindi impermeabile. Tanto più sottili sono queste fibre e tanto maggiori risultano la morbidezza e la flessibilità del vestiario. In effetti una delle caratteristiche di questi tessuti è di offrire un elevato isolamento termico nonostante una sorprendente leggerezza e comprimibilità.
Impermeabili o Traspiranti?
In generale, tanto più un tessuto è resistente alla pioggia (impermeabile) e tanto minore è la sua traspirabilità.
Come abbiamo visto, molti laminati offrono un buon compromesso tra le due caratteristiche, ma un ottimo impermeabile - checché se ne dica - non sarà mai un ottimo traspirante, e viceversa.
Di conseguenza, nell'acquisto di un capo di abbigliamento tecnico, la prima domanda che occorre porsi è l'utilizzo che si intende farne. Chiaramente, il vestiario utilizzato per un ultratrail dovrà avere caratteristiche diverse (massima traspirabilità) rispetto a quello utilizzato per un trekking leggero, che a sua volta sarà diverso da quello richiesto in ambienti freddi che richiedono lunghe soste, magari sotto la pioggia battente (massima impermeabilità).
Occorre poi considerare anche le variabili interne all'utilizzatore, come la struttura fisica, la resistenza all'allenamento, il grasso corporeo e il grado di tolleranza alle basse o alte temperature.
Come si misurano impermeabilità e traspirabilità?
IMPERMEABILITÀ: si pone il tessuto al di sotto di una colonna d'acqua di diametro fisso (10 cm), la cui altezza aumenta fino a quando il liquido riesce ad attraversare il tessuto.
Chiaramente, maggiore è l'altezza della colonna d'acqua necessaria per vincere la resistenza del tessuto, maggiore è l'impermeabilità.
Valori di colonna d'acqua indicativi sono:
- colonna d'acqua da 500 a 1.000 mm: impermeabilizzazione scarsa
- colonna d'acqua da 1.000 a 2.000 mm: impermeabilizzazione sufficiente
- colonna d'acqua da 2.000 a 4.000 mm: impermeabilizzazione buona
- colonna d'acqua da 4.000 a 8.000 mm: impermeabilizzazione ottima
- colonna d'acqua oltre 8.000 mm: impermeabilizzazione eccellente
TRASPIRABILITÀ: in genere si utilizzano due parametri di riferimento, che sono MVTR (moisture vapor transmission rate): espresso in = g/mq/24h:
- All'aumentare del valore aumenta la traspirabilità del prodotto. Attualmente si possono realizzare tessuti impermeabili in grado di consentire il passaggio del vapore corporeo nell'ordine di 1.000 o più g/m2/giorno; indicativamente, un buon valore di traspirabilità dovrebbe comunque essere superiore ai 15.000 g/m2/giorno
e RET (standard ISO 11092), i cui valori di riferimento sono:
- RET da 0 a 6: tessuto estremamente traspirante
- RET da 6 a 13: buono o molto traspirante
- RET da 13 a 20: soddisfacente o traspirante
- RET da 20 a 30: insoddisfacente o appena traspirante.
In sostanza a valori RET più bassi corrisponde una traspirazione migliore, e viceversa. Di conseguenza, chi cerca un tessuto per attività sportiva, dovrebbe orientarsi verso RET molto bassi.