Eroina | Che Cos'è? Effetti, Uso, Effetti Collaterali

Con questo articolo impariamo a conoscere più da vicino l'Eroina, il suo Meccanismo d'Azione, gli Effetti Prodotti, i Modi d'uso e Assunzione, ma anche gli Effetti Collaterali di un suo utilizzo sporadico e dell'abuso cronico.

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Generalità

L'eroina è uno stupefacente molto potente, che deriva dalla morfina. La morfina è l'alcaloide principale della pianta del papavero da oppio o Papaverum somniferum.
Chi fa uso dell'eroina a scopo ricreativo può contare su tre modalità d'assunzione: tramite iniezione endovenosa, tramite inalazione diretta (la cosiddetta sniffata) o tramite inalazione dei fumi derivanti dalla combustione dello stupefacente.
L'eroina produce numerosi effetti, distinguibili in effetti a breve termine e in effetti a lungo termine.
Tra gli effetti a breve termine, rientra il senso di euforia (o "rush"), che è la sensazione ricercata dagli eroinomani.
Tra gli effetti lungo termine, rientrano numerosi disturbi di salute, tra cui anche lo sviluppo di una forte dipendenza.
In caso di overdose, se le cure mediche non sono immediate, il rischio di morte è elevato.

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Cos'è l'eroina?

L'eroina è un potente stupefacente, che l'essere umano sintetizza a partire dalla morfina, il principale alcaloide contenuto nei semi delle piante del cosiddetto papavero da oppio (o Papaverum somniferum).
L'eroina, pertanto, è un oppiaceo, cioè un derivato dell'oppio.

ASPETTO DELL'EROINA

L'eroina può presentarsi come una polvere bianca o marrone oppure come una sostanza appiccicosa di colore molto scuro, quasi nero.

SINTESI DELL'EROINA

Brevemente, il processo di sintesi dell'eroina consiste nel far reagire l'alcaloide morfina con l'anidride acetica.
Nota tra i chimici come "acetilazione della morfina", questa reazione comporta che la molecola della morfina acquisisca due gruppi acetile.

ORIGINE DEL NOME

Il termine "eroina" deriva dalla parola tedesca "heroisch", che vuol dire "eroico", "potente" o "valoroso".
Chi sintetizzò per primo l'eroina adottò il suddetto termine, perché credeva di aver individuato un analgesico più efficace della morfina.

ALTRI NOMI DELL'EROINA

Nomi alternativi per eroina sono diacetilmorfina (N.B: "diacetil-" fa riferimento all'acquisizione dei due gruppi acetile) e diamorfina.
Nel gergo dei tossicodipendenti, l'eroina è conosciuta anche con i termini di "skag" e "junk".

DIFFUSIONE DELL'EROINA NEL MONDO

I principali Paesi del Mondo noti per la coltivazione del papavero da oppio, necessario alla produzione dell'eroina, sono l'Afghanistan, il Pakistan, il Messico e la Colombia.
Secondo le stime più recenti, la quantità annuale di eroina prodotta e commercializzata in tutto il mondo equivarrebbe a circa 400 tonnellate.
In base a una ricerca statunitense del 2011, soltanto negli Stati Uniti, ci sarebbero circa 4,2 milioni di persone di età superiore ai 12 anni, che hanno consumato eroina almeno una volta nella loro vita.

STORIA DELL'EROINA

Ricordando che l'oppio ha una storia antichissima, colui che ha il merito di aver sintetizzato per la prima volta l'eroina è un ricercatore britannico di nome C. R. Alder Wright. Era l'anno 1874.
La scoperta di Wright ebbe poco successo e per quasi un ventennio non se ne parlò più.
A "riscoprire" l'eroina e a farla conoscere al mondo, inizialmente come farmaco contro le patologie respiratorie e la tosse, fu un chimico tedesco di nome Felix Hoffmann, nel 1898. Dipendente della compagnia farmaceutica Bayer, Hoffmann riteneva, erroneamente, che l'eroina fosse un derivato della morfina più sicuro di quest'ultima, perché responsabile di un numero inferiore di effetti avversi. È per questa errata considerazione che adottò il sopraccitato termine "heroisch" (che in italiano è "eroina").
Mentre le comunità sanitarie dei vari Paesi del Mondo si accorgevano della sua pericolosità e della sua capacità di creare una dipendenza fortissima, l'eroina assumeva un nuovo ruolo - quello di stupefacente - e diventava sempre più popolare negli ambienti della tossicodipendenza.
I primi divieti di produzione, importazione e uso di eroina risalgono al 1925 ed ebbero luogo negli Stati Uniti.

Usi

L'eroina è un noto stupefacente ad uso ricreativo, che però, in alcuni Paesi del Mondo (quelli del Regno Unito), trova impiego anchenin ambito medico, come potente antidolorifico e non solo.

USO RICREATIVO: MODALITÀ D'ASSUNZIONE

Esistono tre modi per assumere eroina:

  • Tramite iniezione endovenosa (con siringa). È la modalità di consumo più praticata e quella che dà maggiore soddisfazione ai consumatori di eroina.
  • Tramite inalazione (la cosiddetta sniffata).
  • Attraverso la sua combustione e l'inalazione del vapore che ne deriva.

Tutte e tre queste modalità d'assunzione permettono all'eroina di raggiungere e agire sul cervello in maniera molto rapida.

USO MEDICO: FINALITÀ

Nei Paesi del Regno Unito, le comunità sanitarie nazionali permettono l'utilizzo terapeutico dell'eroina solo in determinate situazioni, e solo su stretta sorveglianza medica.
Le situazioni che potrebbero motivare la somministrazione di eroina sono:

  • Traumi fisici di notevole gravità.
  • Infarto del miocardio (attacco di cuore).
  • Intenso dolore dopo interventi chirurgici molto invasivi.
  • Presenza di dolore cronico, successivo a condizioni patologiche come i tumori o le malattie terminali.

Le possibili modalità di somministrazione sono: sottocutanea, intramuscolare, intratecale ed endovenosa.
Diversi studi passati hanno dimostrato che l'eroina ha un potere analgesico (cioè antidolorifico) tre volte superiore alla morfina.


Curiosità: l'assunzione di farmaci oppiacei è, per alcuni individui, il primo passo verso l'uso di eroina.
In un Paese come gli Stati Uniti, l'assunzione di farmaci oppiacei, come ad esempio l'Ossicodone, rappresenta, per diversi consumatori, il primo passo verso l'uso e la dipendenza dall'eroina.
A dimostrare questa pericolosa tendenza sono state svariate indagini, alcune delle quali hanno rilevato che quasi la metà dei giovani eroinomani considerati erano utilizzatori di Vicodin od Ossicodone, prima di ricorre all'utilizzo dell'eroina.
Secondo chi ha condotto queste indagini, il motivo del passaggio all'eroina sarebbe legato, in buona parte, al suo minor prezzo e alla sua più facile reperibilità, rispetto ai sopraccitati farmaci oppiacei (N.B: negli USA, i farmaci oppiacei sono molto costosi).

Effetti

Quando medici ed esperti in materia di narcotici parlano degli effetti dell'eroina, tendono a distinguerli in due categorie: gli effetti a breve termine e gli effetti a lungo termine.
Gli effetti a breve termine dell'eroina sono le conseguenze del consumo di questo stupefacente poco dopo la sua assunzione (si parla di decine di minuti).
Di contro, gli effetti a lungo termine dell'eroina sono le conseguenze dell'utilizzo di questa droga dopo ripetute assunzioni, quindi nel lungo periodo.

EFFETTI A BREVE TERMINE

Gli effetti a breve termine dell'eroina consistono in:

  • Euforia. Questa sensazione particolare, nota anche come "rush", rappresenta il motivo che spinge chi consuma eroina ad amare questa sostanza e il suo utilizzo.
    In altre parole, è l'effetto ricercato, desiderato, dagli eroinomani.
    Durante il momento di "rush", un soggetto è indifferente alla fame e alle esigenze sessuali, non prova paura di fronte a nulla, non ha alcun rimorso o senso di colpa e raggiunge un particolare senso di pace.
    È importante precisare che l'euforia da eroina è raggiungibile soltanto quando la somministrazione avviene per iniezione endovenosa (ecco per quale motivo quest'ultima è la modalità d'assunzione preferita dai consumatori di eroina).
  • Bocca secca
  • Vampate di calore
  • Pesantezza alle mani e ai piedi
  • Confusione mentale
  • Depressione respiratoria. È quando, a seguito di una soppressione dei centri respiratori del cervello, il sistema respiratorio (cioè i polmoni) non riesce a garantire gli scambi gassosi che hanno luogo all'interno degli alveoli polmonari e che "caricano" il sangue di ossigeno.
  • Nausea e vomito
  • Costrizione delle pupille
  • Soppressione di eventuali sensazioni dolorose

EFFETTI A LUNGO TERMINE

Gli effetti a lungo termine dell'eroina sono:

  • Sviluppo di una forte dipendenza.
  • Aumento della tolleranza. Ciò comporta il bisogno, da parte dei consumatori, di assumere quantità sempre maggiori di stupefacente, per provare ogni volta le medesime sensazioni.
  • Tendenza a sviluppare infezioni di tipo batterico, come per esempio la polmonite.
  • Deterioramento della sostanza bianca (o materia bianca) dell'encefalo. Questo deterioramento ha svariate ripercussioni sulle facoltà intellettive e sulla capacità di memoria.
  • Tendenza a sviluppare infezioni cardiache, che interessano o il miocardio o le cosiddette valvole cardiache.
  • Deterioramento venoso. È tipico di chi assume l'eroina tramite iniezione endovenosa e riguarda le vene di accesso più utilizzate.
    Nei casi di deterioramento venoso più gravi, il consumatore di eroina fatica a trovare una vena che gli consenta di iniettare lo stupefacente.
  • Artrite e altri problemi di natura reumatica.
  • Rischio maggiore di ammalarsi di AIDS, epatite B o epatite C. Tale pericolo è legato alla condivisione, da parte degli eroinomani, delle siringhe utilizzate per l'iniezione endovenosa dello stupefacente.
    A tal proposito, si ricorda ai lettori che AIDS, epatite B ed epatite C sono malattie infettive a trasmissione ematica, ossia attraverso il sangue.
  • Tendenza a sviluppare ascessi.
  • Costipazione persistente.
  • Dolori gastrointestinali ricorrenti.
  • Disfunzioni renali e/o epatiche.

SEGNI IN CHI ABUSA DI EROINA

Le persone dipendenti dall'eroina mostrano una serie di sintomi e segni facilmente riconoscibili (specie da chi è abituato a interagire con tali soggetti).
Comprendenti manifestazioni di tipo fisico, neurologico e comportamentale, questi sintomi e segni consistono generalmente in: senso di stanchezza persistente, ferite da iniezione, infezioni cutanee da iniezione, respiro affannoso, vomito, nausea, costrizione della pupilla, difficoltà nel parlare o nello scandire le parole, disorientamento, deficit di memoria, progressivo distacco dai familiari e dagli amici di più vecchia data, perdita di interesse verso il futuro, trascuratezza della propria igiene personale, trascuratezza della propria immagine e mancanza di disciplina.

QUANDO L'EROINA RAGGIUNGE IL CERVELLO

Quando attraversa la barriera ematoencefalica e penetra nel cervello, l'eroina perde uno o entrambi i gruppi acetile (reazione di deacetilazione) e (ri-)diventa morfina.
In sede cerebrale, la morfina trova delle strutture cellulari per le quali ha particolare affinità di legame, che prendono il nome di recettori oppioidi.
Questi recettori oppioidi risiedono in svariate aree cerebrali e giocano un ruolo fondamentale nel controllo della percezione dolorosa, della pressione sanguigna, della respirazione, dell'eccitazione e del cosiddetto sistema di ricompensa.

DIPENDENZA E ASTINENZA

La dipendenza da eroina è sicuramente l'effetto a lungo termine più pericoloso.
Si tratta di un vero e proprio bisogno fisico, che s'instaura a seguito di un consumo costante.
L'organismo di un soggetto dipendente ha bisogno dell'eroina, come se quest'ultima fosse diventata una sostanza indispensabile alla sopravvivenza e allo "star bene".
Come ogni stupefacente che crea dipendenza, anche l'eroina può determinare una sindrome d'astinenza, nel momento in cui chi ne è dipendente smette di assumerla.
La sindrome d'astinenza da eroina comprende una serie di sintomi/disturbi, che solitamente consistono in:

  • Desiderio irrefrenabile di assumere eroina
  • Irrequietezza
  • Insonnia
  • Pelle d'oca
  • Tremori
  • Irritabilità
  • Dolore articolare e muscolare
  • Crampi addominali
  • Sudorazione profusa
  • Brividi
  • Naso che cola
  • Nausea e vomito
  • Diarrea
  • Incontinenza urinaria
  • Dispnea
  • Spasmi muscolari involontari

Le manifestazioni che caratterizzano la sindrome d'astinenza raggiungono il loro picco di severità pochi giorni dopo l'ultima somministrazione (48-72 ore). In genere, si mantengono particolarmente intensi per una settimana, poi cominciano progressivamente a scomparire.
Nei casi più disperati, il desiderio di assumere eroina può protrarsi per anche un mese.


Come trattare la dipendenza
Per trattare la dipendenza da eroina, i medici ricorrono a terapie di tipo psicologico e a terapie farmacologiche.
Tra i farmaci in uso, rientrano la buprenorfina, il metadone e gli antagonisti oppioidi naltrexone e naloxone.
Buprenorfina e metadone simulano in parte gli effetti dell'eroina, in maniera tale che il soggetto tossicodipendente in cura soffra meno per la mancanza di eroina.
Gli antagonisti oppioidi, invece, bloccano i recettori oppioidi, interrompendo l'azione dell'eroina.

TOLLERANZA

In ambito tossicologico, la tolleranza è la diminuzione della risposta a una determinata sostanza dopo esposizione continuata a quest'ultima. Questo calo nella risposta si traduce nella necessità di somministrare dosi sempre maggiori, per ottenere lo stesso effetto iniziale.
La tolleranza a una sostanza (farmaco o stupefacente che sia) è il risultato di una serie di processi fisiologici, che dipendono dalle proprietà chimiche della sostanza stessa.
Alla pari di stupefacenti come crack o cocaina, anche l'eroina induce tolleranza, quindi chi ne fa uso sente l'esigenza, dopo un certo periodo, di assumere dosi progressivamente più elevate.

ASSUNZIONE DI EROINA IN GRAVIDANZA

In base a quanto riportano diversi studi scientifici, l'assunzione di eroina, da parte di donne in gravidanza, può comportare:

  • Aborto spontaneo.
  • Difetti nel nascituro, evidenti soltanto dopo il parto.
  • Distacco di placenta. Questa condizione è pericolosa sia per la madre (emorragia materna) che per il feto.
  • Parto prematuro (o pretermine), con tutte le conseguenze che questa circostanza ha sul feto, tra cui: basso peso alla nascita, abilità cognitive ridotte (ritardo mentale), problemi comportamentali e psicologici, problemi d'udito ecc.
  • Morte del feto alla nascita.
  • Sindrome d'astinenza neonatale (NAS). È quando il bambino nasce con una dipendenza fisica dall'eroina e mostra tutti i sintomi tipici di chi soffre di una tipica sindrome d'astinenza da eroina.
    Questa condizione richiede l'ospedalizzazione del bambino, affinché quest'ultimo possa ricevere tutti i trattamenti del caso.
  • SIDS, ossia sindrome della morte improvvisa del lattante o morte in culla.

OVERDOSE E CAUSE DI MORTE

Il termine overdose indica l'assunzione eccessiva di una determinata sostanza, sia questa un farmaco o uno stupefacente.
Se non trattata in tempo, l'overdose da eroina è con buone probabilità fatale. Nella maggior parte dei casi, la morte sopraggiunge per una marcata depressione respiratoria (N.B: c'è un vero e proprio arresto del respiro) e/o per arresto cardiocircolatorio.
Il trattamento previsto in caso di overdose da eroina consiste, di solito, nella somministrazione degli antagonisti oppioidi naloxone o naltrexone.

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