Panax ginseng (o Panax pseudoginseng)
Araliaceae
Il Panax ginseng è anche conosciuto semplicemente come "ginseng", come "ginseng asiatico" o come "ginseng coreano".
La parte del ginseng impiegata a scopo medicinale è costituita dalle radici essiccate.
Il ginseng è originario della Cina e della Corea, dove ancora oggi è coltivato, ma ne esistono grandi coltivazioni anche in Giappone e in Siberia.
Il ginseng è una pianta erbacea perenne che può raggiungere i 30-80 cm di altezza. Il fusto è liscio e tondo. Le foglie sono verdi e palmato-composte. I fiori sono di colore giallo-verde e i frutti sono delle piccole bacche rosse.
La radice ha una colorazione che va dal giallastro, al bruno chiaro, al rossiccio e la sua forma ricorda quella di un uomo, da qui l'origine del suo nome. Il nome ginseng, infatti, deriva dal cinese "Ren Shen" ossia Radice Uomo.
Il ginseng è una pianta cui sono attribuite proprietà tonico-adattogene, ossia proprietà in grado di aumentare in maniera aspecifica la resistenza fisica e le difese dell'organismo nei confronti dei fattori esterni di stress.
Il ginseng viene utilizzato in fitoterapia soprattutto per combattere la fatica, per aumentare lo stato di vigilanza, per stimolare il sistema immunitario e per aiutare il mantenimento dello stato di salute.
Inoltre, dalle varie ricerche condotte sul ginseng e sui suoi componenti, sono emerse altre numerose proprietà ascrivibili a questa pianta.
Grazie ad alcuni di questi studi, è emerso che il ginseng può essere utile contro i disturbi cognitivi associati all'età, in quanto alcuni suoi componenti sono in grado di stimolare i recettori nicotinici a livello del sistema nervoso centrale. Questi recettori sono, infatti, coinvolti nell'insorgenza di tali disturbi.
Altri studi, invece, hanno messo in evidenza la capacità del ginseng di esplicare un'attività antiossidante attraverso la protezione del DNA e delle proteine dall'azione ossidativa dei radicali liberi. Inoltre, pare che il ginseng svolga anche una funzione epatoprotettiva grazie all'aumento dell'attività della glutatione perossidasi e che sia in grado di svolgere anche una debole attività di "spazzino" nei confronti dei radicali liberi attraverso la stimolazione della sintesi di ossido nitrico (NO) a livello dell'endotelio. Inoltre, il rilascio di NO a livello dell'endotelio dei corpi cavernosi favorisce la vasodilatazione e potrebbe rendere utile l'utilizzo del ginseng contro la disfunzione erettile.
Il panaxinolo e i ginsenosidi Ro, Rg1 e Rg2 sono, invece, in grado di esercitare un'azione di tipo antiaggregante piastrinica impedendo la formazione e il rilascio di trombossano.
Altri studi ancora hanno messo in luce le potenziali proprietà antitumorali ed antivirali del ginseng. Le proprietà antitumorali sono ascritte ad alcuni ginsenosidi che pare siano capaci di indurre l'apoptosi (morte cellulare programmata) delle cellule tumorali che costituiscono alcuni tipi di tumori. Le proprietà antivirali del ginseng, invece, sarebbero dovute alla stimolazione della produzione di interferone e alla stimolazione dell'attività delle cellule del sistema immunitario.
Alcune ricerche hanno poi dimostrato come il ginseng possa contribuire a diminuire i livelli di alcool nell'organismo attraverso un aumento dell'attività degli enzimi alcol deidrogenasi e aldeide deidrogenasi.
Infine, altri studi si sono concentrati sulle potenziali attività antiaritmiche del ginseng, sulla sua potenziale capacità di abbassare il colesterolo alto (attivando l'enzima lipoprotein lipasi, responsabile della degradazione dei trigliceridi contenuti nei chilomicroni e nelle VLDL) e sulla sua potenziale capacità di abbassare la glicemia stimolando il rilascio di insulina.
Tuttavia, mentre l'utilizzo del ginseng contro la stanchezza fisica e come aiuto per aumentare la vigilanza è stato approvato, le altre potenziali applicazioni del ginseng sono ancora oggetto di studi e ricerche.
Nella medicina popolare, il ginseng viene utilizzato per contrastare la perdita di appetito e contro l'ansia, l'insonnia, l'impotenza e la sterilità. Inoltre, il ginseng nella medicina tradizionale trova impiego anche contro la sindrome da deperimento caratterizzata da stanchezza, debolezza, atrofia muscolare, perdita di peso e perdita di appetito.
NB: le applicazioni del ginseng nella medicina popolare non sono state confermate da verifiche sperimentali, condotte con metodo scientifico, o non le hanno superate. Potrebbero, pertanto, risultare inefficaci o addirittura dannose.
Il ginseng può provocare effetti collaterali come insonnia, epistassi (sangue al naso), vomito, mal di testa e nervosismo.
In caso di assunzione di quantità eccessive di ginseng si può andare incontro a sindrome da abuso di ginseng caratterizzata da sintomi, quali tachicardia, ipertensione, insonnia, tremori, irritabilità, mal di testa e disturbi digestivi. Questa sindrome può comparire soprattutto quando il ginseng è assunto in associazione ad altre sostanze in grado di stimolare il sistema nervoso centrale, come, ad esempio, la caffeina o l'efedrina.
Inoltre, l'utilizzo del ginseng da parte di persone con patologie cardiovascolari o affette da diabete deve essere effettuato con estrema cautela.
Poiché il ginseng potrebbe avere effetti dannosi sul feto o sul bambino, il suo utilizzo da parte di donne in gravidanza e da parte di madri che allattano al seno è controindicato.
In qualsiasi caso, le donne in gravidanza e le madri che stanno allattando al seno, non dovrebbero assumere nessun fitoterapico senza aver prima chiesto il consiglio del medico.
Il ginseng può interferire con l'attività di farmaci, quali:
Inoltre, alcuni studi recenti hanno messo in luce la possibilità di incorrere in potenziali interazioni farmacologiche fra il ginseng e la digossina (un farmaco usato per aumentare la forza di contrazione del cuore), la fexofenadina (un farmaco antistaminico) e l'etoposide (un farmaco antitumorale).
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