Artemisia vulgaris
Asteraceae
La droga è costituita dalle foglie, dalla radice e dalle sommità fiorite dell'artemisia.
L'artemisia è originaria dell'Asia e del Nord America, ma la si può trovare anche in Europa.
L'artemisia è un pianta perenne. Il fusto è eretto, di colore rossastro e può raggiungere i due metri di altezza. Le foglie sono alterne e di colore verde scuro nella faccia superiore, mentre la faccia inferiore è di un colore più chiaro.
I fiori sono tubulari e di colore giallastro o rosso-marrone. Il frutto è un achenio.
All'artemisia vengono attribuite proprietà eupeptiche (cioè favorisce la digestione) e antispasmodiche per il trattamento dei disturbi mestruali.
In realtà, queste applicazioni dell'artemisia non sono state ufficialmente approvate e non si hanno sufficienti dati scientifici per stabilirne la sicurezza d'uso.
Test di laboratorio hanno, però, evidenziato una potenziale attività antimicrobica dell'estratto acquoso e dell'olio essenziale di artemisia.
L'artemisia viene impiegata soprattutto nella medicina popolare e in omeopatia con indicazioni per il trattamento di disturbi gastrointestinali, di disturbi mestruali, di infestazioni da vermi e perfino per il trattamento di patologie psichiatriche.
NB: le applicazioni dell'artemisia nella medicina popolare non sono state confermate da verifiche sperimentali, condotte con metodo scientifico, o non le hanno superate. Potrebbero, pertanto, risultare inefficaci o addirittura dannose.
In seguito all'utilizzo dell'artemisia, sono stati riportati effetti collaterali di tipo gastrointestinale, come crampi addominali, nausea, vomito e diarrea.
Sono, inoltre, state segnalate reazioni di sensibilizzazione in seguito al contatto della pianta con la cute.
L'utilizzo dell'artemisia è controindicato in persone affette da gastrite, ulcera peptica o epilessia.
A scopo precauzionale, l'artemisia non deve essere utilizzata in gravidanza e durante l'allattamento.
Pare che l'artemisia possa interferire con l'attività di:
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