Lana Merino | Proprietà, Usi | Prezzo e Vantaggi
Il folto strato di lana protegge egregiamente le pecore merino dal freddo, ma anche dal caldo; l'allevamento al pascolo e in ambienti freddi come quelli delle Alpi Neozelandesi sono considerati fattori che migliorano la qualità della lana merino
Cos'è la Lana Merino?
La lana merino (detta anche lana merinos) è una qualità particolarmente pregiata di lana, ricavata dal vello dell'omonima razza di pecore.
La lana merino si distingue perché più sottile, morbida e confortevole a contatto con la pelle, ma anche perché è costituita da fibre molto arricciate (quindi trattiene meglio il calore, proteggendo sia dal freddo che dal caldo intenso).
Tutte queste qualità hanno contribuito a rendere la lana merino particolarmente nota al grande pubblico, che la identifica come il prodotto di maggiore qualità presente sul mercato.
A dire il vero, esistono anche lane più pregiate della merino, come il cashmere (rarissimo perché ottenuto dal vello di capre che vivono in territori piuttosto ostili, come gli altopiani del Tibet). Inoltre, le lane merino non sono tutte uguali.
Qualità della lana merino
La qualità di una lana dipende da numerosissimi parametri. Tra questi, i più importanti sono: l'origine (se ottenuta da animali vivi o morti), la pulizia (se sudicia o lavata), la purezza (se ottenuta da lana vergine o riciclata), la finezza, la lunghezza, l'uniformità, il colore, la robustezza e l'elasticità delle fibre.
Tra tutti questi parametri, probabilmente il più conosciuto dal consumatore è la finezza della fibra.
La lana più pregiata è quella definita superfine ed è considerata tale se il diametro medio della fibra è inferiore a 19,5 millesimi di millimetro (19,5µm).
Come anticipato, la lana delle pecore merino è molto più sottile rispetto a quella di razze meno pregiate. E' inoltre più morbida e meno irritante per la pelle, è più flessibile e si piega meglio a mano; per questo viene utilizzata anche per confezionare capi di abbigliamento intimo cosiddetto "fresco-lana", un prodotto di qualità che può essere indossato anche nelle stagioni più calde.
La lana delle pecore merino è molto arricciata, presentando circa dodici ricci per centimetro, al contrario di altre lane che ne possiedono solo uno o due. L'arricciatura delle fibre funge da isolante termico, poiché intrappola maggiori quantità d'aria.
Parlare di lana merino è comunque generico, dal momento che esistono lane merino più pregiate e meno pregiate. Ad esempio, sono più pregiate (perché più fini) le lane ottenute dalle spalle e dai fianchi dell'animale; sono invece più scadenti le lane ottenute dal ventre o dalla regione delle zampe (perché più ruvide, meno fini, più corte, più irregolari, più difettose). Importante anche lo stato di salute dell'animale e il numero di tosature annuali a cui viene sottoposto (una o due).
Pecore merino
L'origine della razza merino è incerta, ma quasi certamente riconducibile al bacino del Mediterraneo.
La selezione della razza merino moderna è da attribuirsi agli allevatori spagnoli, che la custodirono gelosamente fino alla metà del XVIII secolo; basti pensare che nel Medio Evo l'esportazione di un capo di pecora merino al di fuori della Spagna era punibile con la morte.
Dalla metà del XVIII secolo, la pecora merino si diffuse prima in Francia e poi in Australia e Nuova Zelanda alla fine del '700. Proprio in questi stati del continente oceanico si sono sviluppati i più importanti allevamenti a livello mondiale. Basti pensare che oggi, in Nuova Zelanda, vi sono grossomodo 20 pecore merino per abitante.
Le pecore merino resistono molto bene a condizioni ambientali difficili; vivono infatti anche nei terreni poveri e nei climi molto aridi con forti escursioni termiche. Il folto strato di lana che le ricopre mantiene l'animale al caldo di notte e d'inverno e lo protegge dal caldo nei torridi pomeriggi d'estate.
Il problema delle mosche e del mulesing
Negli allevamenti australiani e neozelandesi le pecore sono spesso soggette ad infezioni nella zona ano-genitale (non ricoperta da lana): il morso delle mosche e le larve che nascono dalle loro uova determinano lesioni che possono infettarsi anche in modo grave.
Per arginare il fenomeno e limitare la moria di animali si è diffuso il cosiddetto mulesing, una pratica che consiste nello scuoiamento della pelle della zona anale e perianale di animali vivi. Trattandosi di un metodo cruento svolto senza anestesia, si è ben presto diffusa una certa sensibilità tra i consumatori, spingendo molti produttori a scoraggiare la pratica del mulesing impiegando soltanto lana merino di animali non sottoposti a questo trattamento.