Carica papaya (o Papaya vulgaris)
Caricaceae
La papaya è conosciuta con diversi nomi a seconda del luogo in cui viene coltivata, fra questi ricordiamo zapote (Messico), mamao (Brasile), lech (Portorico) e fruta bomba (Cuba).
La droga è costituita dalle foglie, dai frutti e dal lattice da essi estratto (da cui poi si ricava la papaina).
La papaya è originaria delle isole Molucche, ma è coltivata in tutte le regioni tropicali.
La papaya è un piccolo albero tropicale e subtropicale che può raggiungere i 3-10 metri di altezza. Il tronco è carnoso e non ramificato. All'apice del tronco si trovano gruppi di foglie palmatosette lungamente picciolate. I fiori sono di colore verdastro. Il frutto è la papaya, una bacca di forma arrotondata con un diametro di 20-50 cm che può raggiungere i 9-11 Kg di peso. Quando è maturo, il frutto è di colore giallo-verde. I semi sono di colore nero e sono ricoperti di mucillagine.
I principali costituenti chimici del frutto e del lattice da esso ottenuto sono:
I costituenti chimici presenti all'interno delle foglie sono:
La papaina contenuta nella papaya è considerata un analogo della pepsina umana (l'enzima prodotto dallo stomaco deputato alla digestione delle proteine derivanti dalla nostra alimentazione) e per questo viene anche chiamata "pepsina vegetale".
La papaina grezza si ottiene dal lattice di papaya (ottenuto, a sua volta, per incisione dei frutti immaturi) ed è costituita da un insieme di proteasi (o enzimi proteolitici), fra cui spiccano la papaina pura, la papaina proteasi e la chimopapaina.
La papaina grezza trova impiego come rimedio contro insufficienze gastriche e duodenali e come succedaneo dei fermenti gastrici.
Alla papaina grezza, inoltre, vengono ascritte presunte proprietà antielmintiche, antimicrobiche e antitrombotiche (cioè, pare sia in grado di prevenire la formazione di trombi).
La papaina come enzima proteolitico è largamente utilizzata nell'industria alimentare per ammorbidire le carni e per chiarificare le bevande.
Di recente, ha anche preso piede l'utilizzo della papaya fermentata cui vengono attribuite presunte proprietà antiossidanti e anti-aging.
La papaya fermentata non è altro che un estratto ottenuto dalla polverizzazione del frutto della papaya che viene sottoposto a fermentazione microbica.
A questo proposito sono stati condotti alcuni studi, sia in vitro che in vivo, che sembrano accreditare le ipotesi di un possibile effetto antiossidante da parte della papaya fermentata.
Tuttavia, questa applicazione non è ancora stata approvata e sono necessari ulteriori studi e approfondimenti.
La papaina grezza trova impiego nella medicina popolare nel trattamento dei disturbi digestivi, dell'insufficienza pancreatica e nel trattamento delle infiammazioni e delle ulcere del tratto gastrointestinale.
Le preparazioni a base di foglie di papaya, invece, trovano impiego come rimedi contro disturbi e patologie del tratto gastrointestinale e contro le infestazioni parassitarie.
NB: le applicazioni della papaya nella medicina popolare non sono state confermate da verifiche sperimentali, condotte con metodo scientifico, o non le hanno superate. Potrebbero, pertanto, risultare inefficaci o addirittura dannose.
Quando assunta alle dosi consigliate, la papaya non dovrebbe scatenare effetti collaterali o creare problemi alla salute.
È possibile, però, che compaiano reazioni allergiche in soggetti sensibili. Inoltre, potrebbe verificarsi un aumento del rischio di sanguinamento in soggetti predisposti e in soggetti in terapia con anticoagulanti o antiaggreganti piastrinici.
Studi condotti hanno dimostrato che la papaina può essere tossica per il feto e può esercitare un effetto abortivo. Per questo motivo, la papaina e il frutto della papaya immaturo e acerbo non devono essere assunti dalle donne in gravidanza.
Anche l'uso della papaya fermentata e delle foglie di papaya è controindicato in gravidanza e durante l'allattamento.
La papaya può interferire con l'attività di farmaci, quali:
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